Dei cinque punti monitorati sulla costa, tre risultano oltre i limiti di legge. Di questi, uno è giudicato “fortemente inquinato” e due “inquinati”. Nel mirino ci sono sempre canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico, causato da cattiva depurazione o scarichi illegali, arriva in mare.
È questa in sintesi la fotografia scattata lungo le coste della Basilicata dai tecnici di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute delle coste e delle acque italiane. A parlarne Antonio Nicoletti, direttore responsabile biodiversità e aree protette di Legambiente, Nicola Ungaro, neo direttore scientifico dell’Arpa BasilicataAntonio Lanorte, presidente di Legambiente Basilicata, Giuseppe Ricciardi, presidente di Legambiente Maratea, nel corso di una conferenza stampa tenutasi stamane a Maratea (Potenza), che ha chiuso la due giorni di iniziative nella località lucana.
Il viaggio dell’imbarcazione ambientalista è realizzato anche grazie al sostegno dei partner principali CONOU, Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati, e Novamont; dei partner sostenitori Assovetro – Endless Ocean, Ricrea, Consorzio nazionale per il riciclo e il recupero degli imballaggi in acciaio e con il contributo di Pramerica SGR (Pramerica Sicav Social 4 Future). Media partner del tour è La Nuova Ecologia.
Il dettaglio delle analisi di Goletta Verde
È bene ricordare che il monitoraggio di Legambiente non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei nostri mari, prendendo prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo sulle nostre spiagge rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano in mare. Il monitoraggio delle acque in Basilicata è stato eseguito dalla squadra di tecnici di Legambiente lo scorso 14 luglio.
I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo.
In Basilicata sono stati tre i punti campionati in provincia di Matera. È risultato “fortemente inquinato” il punto campionato alla foce del canale Toccacielo, nell’omonima località afferente al territorio comunale di Nova Siri. “Inquinato”, invece, il giudizio emerso dal prelievo alla foce del fiume Cavone, tra i comuni di Pisticci e Scanzano Jonico. Entro i limiti di legge, infine, il punto campionato sulla spiaggia di Marina di Pisticci.
Due i punti campionati in provincia di Potenza, entrambi nel territorio comunale di Maratea: è risultato entro i limiti il punto analizzato sulla spiaggia di Castrocucco, mentre è stato giudicato “inquinato” il punto in corrispondenza della foce del fiume Fiumicello, in località Fiumicello / Santa Venere.
“Come ogni anno i risultati del monitoraggio di Goletta Verde forniscono un’istantanea utile a individuare criticità e ragionare sulle soluzioni – afferma il presidente di Legambiente Basilicata, Antonio Lanorte – siamo costretti ancora, quindi, a denunciare nella nostra regione le carenze di un sistema di depurazione spesso non adeguato o inefficiente. La priorità dev’essere dunque l’adeguamento delle reti fognarie ed il completamento della copertura del servizio di tutti i comuni del territorio lucano”.
“A questo elemento – evidenzia Lanorte – bisogna aggiungere i casi di scarichi illegali che ancora oggi continuano a verificarsi e rispetto ai quali occorre incrementare le attività di monitoraggio e controllo. Senza dimenticare, inoltre, l’inquinamento derivante da attività industriali, agricole e zootecniche e dal trattamento dei rifiuti solidi. Le aree marino-costiere rappresentano ecosistemi naturali tra i più vulnerabili e più seriamente minacciati e la loro tutela dipende anche dal miglioramento della qualità dei corsi d’acqua. Oggi gli strumenti per mettere in campo una seria politica di recupero e di tutela dei fiumi, delle falde e dei corpi idrici ci sono, serve la volontà politica di attuarli per raggiungere l’obiettivo di buono stato ecologico delle acque”.
“È fondamentale che le istituzioni si impegnino maggiormente per superare le criticità che emergono dai dati del monitoraggio. Goletta Verde fotografa una situazione critica che tuttavia, con impegno e coerenza, può essere facilmente migliorata visto anche i pochi chilometri di costa che interessano il territorio regionale”, ha sottolineato Antonio Nicoletti, direttore responsabile biodiversità e aree protette di Legambiente.
“Questa situazione non rende l’impegno, economico e tecnico, che la Regione Basilicata ha messo in campo in questi anni per la tutelare la biodiversità che, a nostro avviso, può trarre beneficio se si procede finalmente alla istituzione dell’Area marina protetta della Costa di Maratea sul versante tirrenico, e se la Regione aderirà con convinzione al progetto di sistema per lo sviluppo sostenibile del Golfo di Taranto, di cui la costa Jonica della Basilicata è parte fondamentale”, aggiunge l’esponente di Legambiente.
“Dopo aver studiato e investito tanto nella conoscenza della biodiversità, la Basilicata deve passare ai fatti istituendo l’Area marina protetta Costa di Maratea, che non è solo un ulteriore strumento di valorizzazione turistica ma, in questo caso, è soprattutto un presidio per politiche di tutela del mare e un deterrente contro le illegalità che interessano il mare e che provengono soprattutto dall’entroterra”, conclude Nicoletti.
Provincia | Comune | Località | Punto | Risultato 2019 | |
MT | Pisticci | Marina di Pisticci | spiaggia di Marina di Pisticci | Entro i limiti | |
MT | Pisticci/Scanzano Jonico | foce fiume Cavone | Inquinato | ||
MT | Nova Siri | Toccacielo | Foce del canale Toccacielo | Fortemente inquinato | |
PZ | Maratea | Spiaggia di Castrocucco | Entro i limiti | ||
PZ | Maratea | Fiumicello / Santa Venere | Foce fiume Fiumicello | Inquinato |
Permangono le criticità sulla cartellonistica informativa rivolta ai cittadini che, nonostante sia obbligatoria ormai da anni per i Comuni, non viene ancora rispettata. Indicazioni che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare e i dati delle ultime analisi. In nessuno dei punti campionati in Basilicata è presente il cartello informativo – obbligatorio per legge – sulla qualità delle acque, mentre il cartello che indica il divieto di balneazione è presente solo sulla foce del canale Toccacielo a Nova Siri.
Nel corso dell’incontro con la stampa si è parlato anche di reati legati al mare. Il dossier di Legambiente Mare Monstrum 2019racconta di una media di cinquantasei reati al giorno, 2,3 ogni ora, per un intero anno. Un dato sintetico che riassume in maniera significativa il brutale assalto alle acque e alle coste del nostro mare, nonostante il lavoro di prevenzione e di denuncia di tante realtà che combattono per la sua salvaguardia e nonostante il lavoro di repressione svolto dalle Forze dell’ordine e dalla Capitaneria di porto.
Per quanto riguarda la Basilicata sono state 426 le infrazioni accertate nel 2018 (il 2,1% del totale nazionale), con 423 persone denunciate o arrestate e 79 sequestri effettuati. Il dato regionale è significativo se viene preso in considerazione il numero dei reati in relazione ai chilometri di costa per ogni regione. Con 6,8 infrazioni per km di costa, infatti, la Basilicata è la terza regione in Italia, dopo il Molise e la Campania.
I reati più contestati in regione sono quelli legati al ciclo del cemento, abusivismo edilizio sopra ogni altro (226 infrazioni accertate nel 2018, con 237 persone denunciate o arrestate e 39 sequestri), e al ciclo dei rifiuti, inteso soprattutto come scarichi illegali e cattiva depurazione (200 infrazioni accertate, con 186 persone denunciate o arrestate e 40 sequestri).
Tra i fattori inquinanti, troppo spesso sottovalutati, c’è anche l’improprio smaltimento degli oli esausti. Ecco perché anche quest’anno il CONOU, il Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, affianca, in qualità di partner principale, le campagne estive di Goletta Verde e di Goletta dei Laghi di Legambiente. Da oltre 35 anni il Consorzio è il punto di riferimento italiano per la raccolta e l’avvio a riciclo degli oli lubrificanti usati su tutto il territorio nazionale. Nel 2018, in Basilicata, il Consorzio ha proceduto alla raccolta di 1.021 tonnellate di olio minerale usato. L’olio – che si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli – è un rifiuto pericoloso per la salute e per l’ambiente che, se smaltito indiscriminatamente, può determinare gravi effetti inquinanti. Altresì, se gestito e rigenerato secondo la prassi corretta, diviene una risorsa preziosa che torna a nuova vita sotto forma di basi lubrificanti; un esempio corretto di economia circolare. Negli anni di attività il CONOU ha raccolto 6 milioni di tonnellate di olio usato, avviandone a rigenerazione 5,3 milioni e consentendo la produzione di 3 milioni di tonnellate di olio rigenerato e un risparmio sulle importazioni di petrolio di circa 3 miliardi di euro, ponendo così l’Italia in vetta al settore a livello europeo.
“La nostra è una missione precisa: salvaguardare l’ambiente da un inquinante pericoloso, ottimizzandone la gestione e i costi relativi in una ottica di massimo riutilizzo – ha spiegato il presidente del CONOU, Paolo Tomasi – il nostro operato in difesa dell’ambiente, del mare e dei laghi in particolare, oltre ad evitare una potenziale dispersione di un rifiuto pericoloso, lo trasforma in una preziosa risorsa per l’economia del Paese”.
Conclusa la tappa in Basilicata, l’equipaggio della Goletta Verde si dirigerà verso Scario, prima tappa in Campania, undicesima regione attraversata dalla campagna ambientalista di Legambiente.
Il monitoraggio scientifico
I prelievi e le analisi di Goletta Verde vengono eseguiti dai tecnici di Legambiente che anticipano il viaggio dell’imbarcazione a bordo di un laboratorio mobile attrezzato. I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene nel laboratorio mobile lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, escherichia coli) e chimico-fisici (temperatura dell’acqua, PH, conducibilità / salinità). Le analisi chimico-fisiche vengono effettuate direttamente in situ con l’ausilio di strumentazione da campo. Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai Km di costa di ogni regione.
LEGENDA
Facendo riferimento ai valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) i giudizi si esprimono sulla base dello schema seguente:
INQUINATO = Enterococchi intestinali >200 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli >500 UFC/100ml.
FORTEMENTE INQUINATO = Enterococchi intestinali >400 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli >1000 UFC/100ml.
Views: 14