Fabbris a Speranza: finché c’è brucella, c’è business. Raccolto nutrito dossier che sarà presentato alla Procura della Repubblica sulla gestione dei test diagnostici che hanno portato alla macellazione di 140.000 capi bufalini risultati poi negativi nei test post-mortem.

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Si è svolta, presso il Centro Don Milani di Casal di Principe, una importante conferenza stampa in cui Gianni Fabbris, Presidente Onorario di Altragricoltura e coordinatore del Movimento Salviamo le bufale, e giunto al settimo giorno di sciopero della fame, ha affrontato le complesse tematiche che nel corso di questi hanno impegnato il Movimento in una estenuante trattativa con le Istituzioni, sviluppandole nel merito tecnico e con passione.
La prima parte della conferenza ha puntato l’interesse sul Ministro della Salute, Speranza, che in settimana scorsa aveva liquidato la pratica “bufale” con alcuni argomenti su cui si è reso necessario soffermarsi per evitare palesi disinformazioni.
Secondo Speranza, infatti, la brucella è stata eradicata nelle provincie di Avellino, Benevento e Napoli, mentre a Caserta permane ed anzi si aggrava.
“A Caserta c’è un problema in più, sostiene il Ministro. Fabbris ha ricordato all’On. Speranza che la consistenza degli allevamenti bufalini nelle tre province messe insieme non raggiunge nemmeno l’infinitesima parte del parco animali presente nel Casertano. Paragoni del genere non reggono sotto nessun punto di vista.
Quindi se non è una improponibile questione di consistenze, allora il problema in più di Caserta qual’è?
Il problema c’è e riguarda la convenienza a mantenere irrisolto il problema con molti interessi che vanno ricercati sia nella filiera della macellazione, sia nell’industria del latte a cui sono interessati sia i gruppi agroalimentari, sia nell’abnorme apparato pubblico di controllo e servizi collegati. Una vera filiera costruita attorno alla macellazione.
Nello specifico l’esborso economico della comunità per ogni animale abbattuto si aggira intorno agli 8000€. Se circa €.1500 vanno all’allevatore come ristoro (che tra l’altro non sempre riesce ad ottenere e comunque non basta assolutamente per ripopolare) dove finiscono gli altri 6500€.? e per farne quale uso? Principalmente per mantenere un apparato elefantiaco nelle ASL di riferimento (tra veterinari ed operatori) e nell’IZSM di Portici che nel corso degli ultimi anni ha triplicato il numero di assunzioni e collaborazioni.
Se a questo aggiungiamo che l’industria della carne, per acquisire un animale definito “sospetto” spende solo €.500 contro i circa €.3000 che normalmente servono, e lo veicola come bovino nella filiera della carne si capisce di fronte a quale perverso meccanismo di vantaggio ci si trova.

P.s.  Il link alla conferenza stampa: https://youtu.be/T_qd7u2uePA

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