Come da tradizione anche quest’anno a Laurenzana è andato in scena l’antico rito della transumanza. Per l’occasione l’allevatore Raffaele Trivigno, dalla Puglia ai confini con Matera, ha riportato in paese la sua mandria di circa duecento bovini podolici che hanno compiuto un viaggio, nel corso del quale sono stati percorsi oltre 120 chilometri. Dopo sei giorni di cammino ininterrotto si sono così ricongiunte le famiglie degli allevatori e le vacche possono finalmente riposare, godere dei pascoli freschi della montagna di Laurenzana. La transumanza un’attività da riscoprire, fondamentale per l’economia aziendale, utilissima per il benessere animale, strategica per il mantenimento del territorio. Non solo un’antica tradizione, ma ancora un sistema economico vivo e vitale. Una metodologia di allevamento, un’attività di gestione aziendale. Ecco perché ad accogliere la mandria e l’allevatore, coadiuvato da una decina di aiutanti, tra operai e familiari, anche quest’anno c’era l’Associazione regionale allevatori della Basilicata, rappresentata dal direttore Giuseppe Brillante. “Hanno visto bene quelli dell’Unesco – afferma Brillante – a renderla patrimonio di tutta l’umanità e da tramandare alle generazioni future. A Laurenza partecipando alla festa dell’accoglienza, abbiamo potuto toccare con mano come questa pratica sia ancora connaturata all’essenza stessa dell’allevatore di bovini di razza podolica. Dalla ricchezza e dal continuo utilizzo del pascolo gli allevatori sanno trarre produzioni eccezionali, sia per la carne che per il prelibato caciocavallo, ma ancora da valorizzare, da trasformare in vere opportunità di mercato in modo da essere da stimolo e soddisfazione per i tanti giovani che si stanno avvicinando e innamorando di questa agricoltura perfettamente sostenibile”. La serata si è chiusa con una piccola festa che ha riunito gli allevatori della zona e tutta la famiglia Trivigno che da giorni attendeva il rientro degli animali e dei propri cari.
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