Anche in Basilicata, ed in particolare nel Metapontino, diventa sempre più raffinato e spietato il gioco sporco delle agromafie che chiudono il 2018 con un business in aumento rispetto all’anno precedente. La conferma è arrivata da Policoro dove Coldiretti Basilicata e l’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare hanno organizzato un incontro sul tema “Racket e agromafie, la filiera della mafia 3.0: furti, estorsioni ed illegalità alimentare”. Ad aprire i lavori il presidente di Coldiretti Policoro, Vincenzo Padula, e quello regionale, Antonio Pessolani, il quale ha ricordato come quello delle agromafie “è un fenomeno che non conosce crisi, a dispetto della stagnazione dell’economia e dalle tensioni sul commercio mondiale, che intacca produzione, trasporto, distribuzione e vendita di tutti i prodotti della tavola, nessuno escluso”. A sostegno delle parole di Pessolani anche i contenuti del sesto rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes e Osservatorio sulla criminalità nell’agroalimentare, presentato nelle scorse settimane, che mette in risalto il business del nuovo volto delle organizzazioni criminali, “una rete in ‘doppiopetto’ che sa gestire i vantaggi della globalizzazione e delle nuove tecnologie e sa muoversi nel mondo dell’economia e della finanza, tanto da guadagnarsi il nome di mafia 3.0”. Questo business, che coinvolge persone preparate e plurilingue, non ha confini, si annida nel percorso che frutta e verdura, carne e pesce, devono compiere per raggiungere le tavole, passando per alcuni importanti mercati di scambio fino alla grande distribuzione. La criminalità colpisce duro anche in campagna, ed in particolar modo nel Metapontino, dove si registra un’impennata di furti dei mezzi agricoli, di gasolio, di rame, di incendi e di danni a serre. A questo si aggiungono racket, usura ed estorsione. “La piana di Metaponto rappresenta la punta di diamante dell’agricoltura lucana– ha evidenziato Gianfranco Romano, presidente provinciale di Matera della Coldiretti – le nostre produzioni di ortofrutta ad alto valore aggiunto generano una rilevante quota del prodotto interno regionale agricolo con importanti ricadute in termini occupazionali e di indotto. Le nostre aziende sono quotidianamente sottoposte a numerosi controlli di natura amministrativa, sanitaria e di sicurezza che stanno fruttando importanti dividendi in termini di organizzazione gestionale e soprattutto di tutela del lavoro. Al contempo chiediamo alle istituzioni di offrire strumenti efficaci di contrasto ai fenomeni delle agromafie – ha continuato Romano – che consentano a quanti operano nella legalità di poter continuare a produrre in maniera sostenibile e soprattutto di sostegno alle vittime per garantire il rilancio dell’attività imprenditoriale”. E di contrasto ai fenomeni ciminali ha parlato il generale Rosario Castello, comandante della Legione Carabinieri Basilicata. “Oggi lanciamo un messaggio di grande impegno da parte dell’Arma, di quella territoriale con le componenti di specialità – ha evidenziato l’alto ufficiale dei Carabinieri – l’Arma è fortemente impegnata nelle attività di contrasto ad ogni forma di infiltrazione nel mondo agricolo. Siamo vicini agli imprenditori che vogliamo tutelare con la nostra attività d’intesa con le Procure di Potenza e Matera e quindi con attività investigative contro ogni forma di aggressione a quello che è il patrimonio agroalimentare di questa bellissima terra”. Tra gli interventi più attesi dell’incontro, moderato dal direttore regionale della Coldiretti Basilicata, Aldo Mattia, c’è stato senza dubbio quello dell’ex magistrato Cataldo Motta, del Comitato scientifico dell’Osservatorio agromafie. “La Fondazione ‘Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare’, promossa da Coldiretti – ha evidenziato Motta – è particolarmente attenta ai fenomeni del caporalato e dello sfruttamento del lavoro in agricoltura, fenomeni che comportano un grave danno alle imprese agricole che operano nella legalità; ed è fortemente impegnata, attraverso il suo Comitato scientifico, per migliorare l’azione di contrasto svolgendo un ruolo propositivo e di supporto nei confronti delle istituzioni, anche al fine di migliorare la relativa legislazione. Eguale attenzione – ha concluso l’ex procuratore di Lecce – è posta ai temi dei furti aziendali, negli ultimi tempi tornati prepotentemente di moda, e del racket delle estorsioni, anch’esso assai diffuso”.
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