Acque del Sud Spa: Tortorelli (Uil), più che “si” o “no” rilanciamo la strategia dei “beni comuni”

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Vincenzo Tortorelli, segretario Uil Basilicata

L’istituzione di Acque del Sud Spa, in attesa di conoscere in dettaglio il progetto del Governo che sostituisce l’Eipli, contiene aspetti di metodo e di merito che comunque portano alla stessa strategia che la Uil lucana persegue da lungo tempo. Sul piano del metodo, è inaccettabile che si scelga la decisione centralistica senza prima procedere nel confronto con Regioni e parti sociali sul tema così rilevante della gestione delle risorse idriche che rappresenta il futuro dell’umanità. Nel merito, il dibattito tuttora in corso sembra prediligere il referendum “Acque del Sud Spa sì o no” con poche idee su cosa fare. E a proposito di referendum, è bene ricordare che nel 2011 con il quorum del 54% e il 94% dei sì, 27 milioni di italiani votarono per la gestione pubblica del servizio idrico. Non vorremmo che a distanza di 12 anni qualcuno pensi di annullare quel risultato storico di una volontà popolare che nessuno può disconoscere.

Per la Uil la strategia da perseguire è quella di rimettere in moto un meccanismo di sviluppo regionale attraverso la valorizzazione e gestione partecipata di acqua, petrolio e bosco che sono le risorse su cui puntare per il lavoro e lo sviluppo, costruendo un modello futuro-duraturo della Basilicata. Una strategia che per la Uil nasce nel lontano 2015 e dal lavoro congiunto della Uil Basilicata,  Centro Studi della Uil e dal Censis. Giuseppe De Rita, padre storico del Censis, usa efficacemente il paragone ad una ‘maledizione delle risorse’ che colpisce la Basilicata a partire dal petrolio e che si espande e ricomprende le notevoli risorse naturali dell’acqua, del verde, del bosco. Per la Uil invece sono proprio i “beni comuni” l’orizzonte strategico entro cui collocare la ridefinizione di un nuovo modello di sviluppo ed entro tale orizzonte la sussidiarietà ha un ruolo essenziale. I ‘beni comuni’, lo evidenzia Papa Francesco devono essere amministrati con ‘socialita’.’ E dunque gestione pubblica, gestione privata senza fini di lucro e autogestione possono, a diversi livelli, valorizzare i beni comuni in un quadro certo di diritti, di tutele, di responsabilità e di accountability democratica. Diventa prioritario nell’attuazione alla nostra scala regionale della ‘Strategia per le aree interne’, agire prima rimuovendo le trappole del mancato sviluppo (togliendo, cioè, le cause ostative del permanere dei giovani, della nascita di nuovi nuclei familiari, dell’attivarsi di nuove realtà produttive ecc.). Solo successivamente prevedere azioni di supporto e potenziamento della rete di servizi in queste aree. Occorrono perciò relazioni virtuose intorno ai ‘beni comuni’ lucani. Relazioni tra grandi realtà bancarie, incluse la redditività a medio tempo dei valori indotti dalle energie naturali autoctone, centri di competenza tecnologica, e talenti ed intelligenza locale. Vorremmo che di questo si discusse e ci si confrontasse in occasione di Acqua Sud Spa. A Bardi, già un anno fa alla sua presenza al congresso regionale Uil,  avevamo proposto di allacciare rapporti con gli altri Governatori del Sud. Per noi è sempre più attuale promuovere gli Stati Generali del Sud a cominciare dai temi di maggiore attualità quali l’acqua, le energie rinnovabili e l’automotive.
Ecco perché per la Uil – con la piena condivisione e il pieno sostegno di De Rita – ricominciare dai ‘beni comuni’: perché la presa di coscienza della loro essenzialità per il nuovo sviluppo regionale è la premessa su cui costruire una alleanza sociale con la cittadinanza che non si sente rappresentata.–

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