Avere uno zio d’America che ci lascia una ricca eredità è stato sicuramente – almeno per una volta nella vita – il sogno di tanti di noi.
Quando la famiglia di Gerardo Tancredi riceve la notizia dell’imminente arrivo di zì Nicola dall’America questo sogno sembra diventare realtà. Nella commedia che la Compagnia Dialettale Potentina di Zì Gerard porterà in scena al Teatro Stabile i prossimi 3 e 4 maggio, infatti, il motore dell’intera vicenda è rappresentato da una lettera giunta da oltreoceano che accende immediatamente le speranze dei diversi personaggi. Alla prospettiva di un miglioramento economico, condivisa da tutti i membri della famiglia Tancredi, si aggiungono le aspettative e i desideri di ciascuno: così Carmela, moglie di Gerardo, intravede la possibilità di liberarsi finalmente del cognato Rocco – scapolo impenitente e coinquilino poco gradito – mentre quest’ultimo auspica di affrancarsi dalla difficile convivenza e Gigino – figlio di Gerardo e Carmela – anela ad appagare la sua particolare “sete di conoscenza”.
I tentativi di ciascun personaggio di raggiungere i propri obiettivi saranno, però, ben presto sovrastati dall’astuto stratagemma ideato da Carmela ai danni di Rocco, un piano ben congegnato che rimescolerà le carte in tavola dando vita a una commedia nella commedia: proprio da questo momento, infatti, l’azione si dipanerà attraverso tutta una serie di equivoci e divertenti dialoghi. Arriva zì Nicola dall’America è fedele a tutti i dogmi della tradizione teatrale comica, sia negli schemi narrativi che nella caratterizzazione dei personaggi. Non mancano infatti scene di corteggiamento, scambi di persona, battibecchi tra marito e moglie, così come sono presenti diverse figure tipiche della commedia vernacolare: la moglie permalosa e particolarmente economa, lo sciupafemmine, la vicina invadente e la “brava ragazza”, il cui agire genuino e senza doppi fini fa da contraltare ai sotterfugi degli altri protagonisti della vicenda e che, con alcune sue frasi, anticipa il messaggio del finale.
L’avidità e i dissapori, che per gran parte della commedia sembrano essere il perno di tutta l’azione, saranno alla fine schiacciati dai veri valori, in primis l’importanza degli affetti familiari, valori in nome dei quali i vari personaggi prenderanno decisioni che non solo ne riscatteranno il precedente comportamento, ma soprattutto ne riveleranno la complessa umanità, affrancandoli dalla condizione di semplici “tipi” e mostrandoli invece come “persone”.
La tensione etica è sottesa a tutto il teatro di Dino Bavusi che nelle sue commedie ha sempre sottolineato l’importanza della famiglia e dell’amore familiare. In questa commedia, però, non è solo l’amore per la famiglia a trionfare, è un amore di valenza universale, declinato in tutte le sue sfumature, tra le quali trova a buon diritto il suo posto anche l’amore per il teatro: un amore assoluto e fedele, che ha accompagnato Dino Bavusi per tutta la sua vita, che lo spinge, ogni anno, a offrirci qualche ora di divertimento e riflessione e che ne ha determinato – dopo un periodo di assenza – il ritorno a teatro come attore…con grande attesa e sicuro piacere del suo pubblico!
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