Da Bucarest Settimana della Cucina Italiana nel mondo

settimana della ciina italiana nel mondo
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La conferenza internazionale – con la presenza di autorità del Governo e del Parlamento della Romania, dirigenti di istituzioni scolastiche, associazioni di volontariato e di donne romene, esperti – che a Palazzo Italia Bucarest chiude la Settimana della Cucina Italiana nel mondo segna il riconoscimento del lavoro che si sta svolgendo nei Balcani grazie ad un’intuizione di un piccolo imprenditore acheruntino. In questi giorni sono state realizzate le sessioni dedicate alla conoscenza e preparazione dei piatti tipici della nostra gastronomia. Chef lucani, di altre regioni, romeni, moldavi dell’Associazione Cuochi Italiani, presieduta dalla lucana Enza Barbaro, si sono alternati per lezioni e spiegazioni. L’esperienza dell’acheruntino Giovanni Baldantoni, presidente di Palazzo Italia – che da oltre 30 anni opera mei mercati nell’area dell’Est Europa – è significativa. “La manifestazione in otto anni di svolgimento – dice – non è stata mai disgiunta da due aspetti: la filiera dell’agroalimentare e quindi la sua promozione e commercializzazione nei Paesi Balcanici in cui operiamo (oltre Romania, in Bulgaria, Moldavia, Ungheria e nel nord della Germania) e la diffusione della cultura della cucina italiana ed euromediterranea, con le caratteristiche della dieta mediterranea”.. Al centro gli obiettivi di valorizzazione delle tradizioni enogastronomiche delle Regioni e dei territori italiani, anche a fini turistici; valorizzazione della Dieta Mediterranea quale modello di stile di vita equilibrato; tutela e valorizzazione dei prodotti a denominazione protetta e controllata, unitamente ad azioni di contrasto al fenomeno dell’Italian sounding; azioni di promozione dei vini italiani per migliorarne il posizionamento sui mercati internazionali; attività di presentazione e internazionalizzazione dell’offerta formativa italiana del settore.”. Dietro un piatto e un prodotto c’è un territorio e un metodo di produzione” stile di vita che il nostro cibo sottende, sulla cultura della condivisione che ci rappresenta, “per un’Italia vista non solo come Paese del bello, ma anche come Paese del bello condiviso”. Un aspetto che ha un legame stretto con la convivialità e lo stare in tavola. E che ha un enorme potere attrattivo dal punto di vista turistico,  aumentare la presenza dei nostri prodotti, quelli autentici”, per questo racconta di un impegno a sostegno dell’export delle imprese italiane, anche quelle medie o piccole che da sole non avrebbero la forza di essere presenti suoi mercati stranieri con attività promozionali.  Il network Associazione Cuochi Italiani nei Balcani si conferma l’associazione più efficiente a sostegno della Cucina Italiana Patrimonio Unesco. L’export del made in Italy agroalimentare – vale a dire di quei prodotti riconosciuti all’estero come tipici del nostro Paese registra innanzitutto un’ ottima performance delle vendite di pasta (+38% in valore) e conserve di pomodoro (+28%), dopo la battuta d’arresto dell’anno precedente. La Basilicata ha un potenziale enorme in mercati esteri come quelli dei Paesi Balcanici.

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