Le nomine effettuate e ventilate in questi primi cento giorni di governo Bardi suscitano tutta la nostra preoccupazione per una Basilicata che sembra essere diventata oggetto predatorio di non ben chiare mire. Qui il campanilismo non c’entra nulla, si tratta di garantire il rispetto di precondizioni proprie della nomina di qualsiasi manager: qualità dei titoli e merito, al di là di ogni provenienza. Molte delle recenti nomine non paiono rispettare questi canoni e, a ben guardare, anche l’annuncio sulla nomina del nuovo direttore generale alla sanità appare in linea con la direttrice intrapresa.
Ci poniamo una domanda: è possibile che in Basilicata non ci siano competenze e dirigenti che possono assumere punti di direzione? Non si può governare un territorio senza conoscerlo, senza avere qui la testa e il cuore. Continuando su questa strada la Basilicata rischia di perdere la sua identità, le sue radici e una sua classe dirigente. Se a questo si aggiunge l’innesto di una pletora di discutibili manager, allora tutto assume i connotati di un unico disegno: cancellare la Basilicata e renderla subordinata ad altri interessi.
Per evitare questo scellerato disegno, chiediamo al presidente Bardi di assumere il “futuro” della Basilicata quale priorità del suo governo: al di là dei proclami fatti in campagna elettorale, questo territorio necessita di un cambiamento reale, un cambiamento che guardi al suo sviluppo e non certo alla sua preistoria.
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