Taranto. Ospedale del 3° millennio: avviato ieri pomeriggio il convegno scientifico sui modelli organizzativi e le buone pratiche.

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Organizzato da Asl Taranto e Calliope, il convegno mette a confronto medici, accademici ed esperti per la condivisione di modelli organizzativi e buone pratiche per la realizzazione e la gestione dell’ospedale del futuro. Il convegno prosegue anche oggi (venerdì 12 luglio).

Ha avuto avvio giovedì 11 luglio, presso il Dipartimento Jonico dell’Università di Bari il convegno scientifico “Quale ospedale per il 3° millennio: tra eccellenza professionale, umanizzazione dei percorsi, altissima tecnologia, intelligenza artificiale e cure di prossimità. Modelli organizzativi e buone pratiche a confronto”, organizzato da Asl Taranto, insieme alla Casa delle Innovazioni per il One Health – CTE Taranto Calliope. Grande la partecipazione di professionisti della salute, rappresentanti delle istituzioni e tanti studenti, con l’Aula Magna gremita in ogni posto, per questo convegno fortemente voluto dal Direttore generale Asl Taranto Vito Gregorio Colacicco per confrontarsi e discutere sul futuro della cura e della salute che, a Taranto, è rappresentato dall’Ospedale San Cataldo laddove l’innovazione tecnologica dovrà integrarsi con l’umanizzazione dei percorsi e la cura di prossimità.

“In questi anni abbiamo tanto lavorato per il nuovo ospedale San Cataldo soffermandoci, per forza di cose, soprattutto sulla costruzione e sul cantiere, sull’hardware, per dirla con gergo informatico – ha dichiarato il dg Gregorio Colacicco – ma col tempo abbiamo preso consapevolezza del fatto che era giunto il momento di pensare anche al software, ovvero che questo nuovo ospedale, per funzionare al meglio e rispondere alla domanda di salute del territorio, dovesse dotarsi di una organizzazione, un funzionamento, delle infrastrutture moderne e innovative. Per questo ci confrontiamo con l’esterno, per cogliere quelle che sono le migliori pratiche, le migliori esperienze, per avere un ospedale funzionale, efficiente e che possa essere un punto di riferimento non solo nella nostra provincia ma per un territorio più ampio, che superi anche i confini regionali”.

Responsabili scientifici del convegno sono la dirigente responsabile dell’Ingegneria clinica di Asl Taranto, Armida Traversa, e il direttore scientifico del progetto Calliope Rodolfo Sardone, proprio a testimoniare l’alto livello di innovazione a cui il nuovo ospedale deve tendere. Ma a dimostrazione della centralità del paziente e della cura, il convegno è stato aperto dagli interventi dei rappresentanti del Comitato Consultivo Misto che, forti della propria esperienza, hanno illustrato le aspettative dei cittadini, ovvero servizi efficienti e percorsi di cura che possano mettere al centro il paziente e la sua umanità.

Presenti per i saluti istituzionali il Sindaco Rinaldo Melucci, che ha sottolineato come l’apertura del nuovo ospedale rappresenterà un momento importante, uno spartiacque per la comunità, non solo per quel che riguarda la salute, ma anche per il tessuto economico del territorio. Per Melucci è fondamentale iniziare già a immaginare quale sarà il futuro della città una volta che il nuovo ospedale sarà operativo, considerato che il territorio ha bisogno di risposte innovative, rapide ed efficaci alle domande di salute e che queste si potranno ottenere grazie alle nuove tecnologie. Il prof Paolo Pardolesi, direttore del Dipartimento Jonico, ha sottolineato ancora una volta la necessità per Taranto e per i tarantini di credere nel proprio territorio e nell’eccellenza che può svilupparsi dallo studio, dall’impegno e dall’entusiasmo dei giovani, che potranno trovare spazio anche in strutture moderne come il nuovo ospedale. Anche il Rettore dell’Uniba Bronzini ha voluto essere presente per dimostrare l’interesse a Taranto come polo universitario fondamentale nella formazione universitaria dei professionisti della salute.

La prima sessione del convegno ha visto anche l’intervento della dottoressa Rita Romitelli del Ministero della Salute che, per conto del Ministero, segue la costruzione del San Cataldo, che è in parte finanziato dallo stesso ministero attraverso una virtuosa collaborazione con la Regione e Asl Taranto, e che ha espresso la propria valutazione positiva sui lavori, le tempistiche e l’idea del nuovo ospedale e la disponibilità del Ministero a sostenere attività innovative.

Dopo gli interventi del presidente della Scuola di Medicina, professor Alessandro Dell’Erba, che ha sottolineato come le nuove tecnologie (robot, teleassistenza, ecc) siano fondamentali e debbano essere messe a disposizione dei professionisti e degli studenti ma senza dimenticare che la tecnologia deve essere guidata e mediata dalla tecnica e dall’umanità degli operatori sanitari. Il professore ha anche sottolineato criticità e aspetti da migliorare e ha concluso spiegando che al centro del nuovo ospedale ci dovranno essere gli studenti, poiché attraverso la loro formazione e le attività di ricerca dei professori si potrà raggiungere l’eccellenza.

Il Direttore del Dipartimento di Promozione della Salute della Regione Puglia, Vito Montanaro, ha spiegato come la Puglia ogni anno migliori nel punteggio dei LEA e fatto il punto sui nuovi ospedali della Regione Puglia, che rafforzeranno la rete ospedaliera, colonna portante della sanità pubblica, attraverso un modello organizzativo nuovo che mixa ospedale e territorio e che quindi ripensa questo rapporto poiché, come previsto in chiave PNRR, sarà il territorio la parte centrale di questo sistema di cura e salute.

Ci sono poi stati gli interventi della direzione strategica Asl Taranto con il direttore amministrativo Vito Santoro, che ha parlato dell’avvio e della funzionalizzazione del nuovo ospedale che, con i suoi 723 posti letto, sarà, tra quelli a corpo unico, il secondo ospedale più grande del sud Italia. Oltre a rispondere all’aspettativa epidemiologica e al ciclo della mobilità passiva, ben illustrati dal direttore sanitario Sante Minerba, il San Cataldo è stato pensato e voluto all’insegna dei principi di flessibilità, modularità, digitalizzazione, intelligenza artificiale, accoglienza ed ecosostenibilità, facendo tesoro delle migliori esperienze in Italia e nel mondo, tra le quali quella dell’Ospedale Giovanni XXIII di Bergamo, che rappresenta già una realtà innovativa e moderna. Per condividere questa best practice sono stati invitati a intervenire anche Francesco Locati e Mauro Moreno, rispettivamente direttore generale e amministrativo dell’ASST (Azienda Socio Sanitaria Territoriale) Papa Giovanni XXIII di Bergamo. “Questo invito è stato particolarmente gradito – ha dichiarato il DG Locati – Noi abbiamo aperto il nuovo ospedale nel 2012, quindi abbiamo una esperienza di oltre dieci anni che possiamo condividere con Taranto. Le caratteristiche principali degli ospedali del 3° millennio sono a mio parere due: la flessibilità, perché le strutture sanitarie devono sapersi adattare all’evoluzione molto sostenuta dei servizi sanitari, e l’innovazione, cioè avere strutture al passo con i tempi attraverso ammodernamento tecnologico e innovazioni organizzative. Esse devono permettere la presa in carico del paziente a 360 gradi, nella fase acuta, ma anche per la fase cronica, che è sempre più preponderante”.

Il convegno continua anche oggi, venerdì 12 luglio, dalle 9.30 alle 17.00, con la prima sessione dedicata al rapporto tra ospedale e territorio, i nuovi percorsi e le nuove relazioni con la rete della sanità di prossimità, mentre nel pomeriggio gli interventi saranno più tecnici e mostreranno le applicazioni della robotica, l’intelligenza artificiale, i big data e delle altre novità tecnologiche nell’ambito della medicina.

Il convegno sarà chiuso, intorno alle 16.30, dall’Arcivescovo di Taranto, mons. Ciro Miniero, con una riflessione sull’umanizzazione, proprio a dimostrazione del fatto che le innovazioni tecnologiche sono fondamentali ma non possono prescindere dall’intervento umano.

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