LA NOSTRA STORIA. C’ERA UNA VOLTA LA SERENATA. UN ORIGINALE MODO PER RENDERE OMAGGIO A UNA DONNA

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di MICHELE SELVAGGI 

Pisticci. La “serenata”, parola che forse molti  delle nuove generazioni non conoscono,  era una piacevole composizione  strumentale  musicale, che veniva eseguita  di sera o di notte,  sotto le finestre, terrazzo o balcone di una donna, per renderle omaggio  o per palesare i propri sentimenti  d’amore. Insomma, un modo tutto speciale, ma anche particolare, per dire a lei, “ ti voglio bene” e magari capire il suo gradimento alla proposta. Usanza parecchio diffusa in diverse parti del mondo, specie nelle terre latine e in particolar modo – come ricordiamo – anche da noi,  ma che, purtroppo, da qualche decennio se ne sono perse le tracce. Peccato !  Un qualcosa che piaceva, riempendo le cronache paesane  del giorno dopo la esecuzione e che faceva comunque ….scoprire nuovi legami amorosi  nell’abitato – a volte impensati –  che, per fortuna, molto spesso, si concludevano con un  “buon fine” ( il fidanzamento e il matrimonio). Insomma, un modo speciale per iniziare un rapporto affettuoso, ed era interessante apprendere che,  la notte prima, un  “tizio” aveva portato la serenata a… “caia”, non senza quel po’ di meraviglia che accompagnava  comunque quel qualcosa che in questi casi, faceva sempre notizia . E che notizia! Erano altri tempi. Ma erano anche bei tempi – per chi ha avuto il piacere di viverli –  anche se, magari,  fatti un po’ di stenti e senza quegli agi e i diversivi  di adesso. Domanda: ma può ritornare la serenata ? Chissà !!!! Intanto è il caso di ricordare che qualche anno fa – una notizia che sicuramente pochi conoscono – qualcuno qui da noi, ha pensato di rompere questo lungo silenzio, facendo in qualche modo  ritornare la serenata. Ci pensò infatti,  il gruppo folk “Li uagliun pu cupa cup”  con  Lino Barbalinardo, Antonio Barbalinardo, Nicola  Cisterna, Armando Albano, Francesco De Marsico,  Stefania di Stasi e Marilena Barbalinardo, che   dettero vita  ad un nuovo modo di concepire la “vecchia serenata”, questa volta un omaggio dello sposo alla sua bella, praticamente eseguita  la sera precedente le nozze, sotto la casa  della ragazza. Un modo per dimostrare attraverso le note di un concertino, una ulteriore prova d’amore  il cui legame doveva diventare eterno  a distanza di qualche ora. Un’idea brillante  quella del gruppo dei “Uagliun”  che, stando ai ricordi di allora, aveva entusiasmato l’esercito degli innamorati prossimi alle nozze. “ Un evento – come spiegava Lino Barbalinardo – che interessò subito Marconia con la celebrazione di diverse di queste iniziative, non solo  per il simpatico rito musicale, ma per la partecipazione della gente del quartiere, interessata a seguire divertita e commossa, un atto d’amore di altri tempi.  Serata che si concludeva  con baci e abbracci tra i futuri sposi, con il volo di qualche confetto e gli osanna del pubblico divertito”. Anche a Pisticci, sempre secondo i ricordi di allora, un episodio del genere, si consumò con successo, dalle parti del rione Piro. Non conosciamo i motivi per cui la cosa non è andata avanti. Un evento   che comunque  piacerebbe venisse ripreso,  per un piacevole ritorno al passato, che proprio attraverso il simpatico momento conviviale della  “ serenata”, possa in qualche modo,   restituire  “ romanticità” ad un  mondo che, purtroppo,  sembra averla un po’ dimenticata.

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