Iacovino: “Aumento salariale significa maggiore sicurezza sui posti di lavoro. Per uscire dalla crisi la Basilicata investa nelle infrastrutture”.
E’ stata la crisi dell’edilizia e la piattaforma sindacale per il rinnovo del contratto nazionale il tema al centro dell’attivo dei delegati regionali della Fillea Cgil che si è tenuto a Matera all’Agriturismo Masseria del Parco alla presenza di Fernando Mega segretario generale Fillea Cgil Matera, Enzo Iacovino segretario generale Fillea Cgil Basilicata e Dario Boni segretario Fillea Cgil nazionale.
“Nonostante una lieve ripresa nei primi mesi del 2016, i dati in Basilicata mostrano ancora una situazione di criticità del settore – afferma Iacovino – La massa salari, ovvero la somma degli stipendi dei lavoratori, passa da 112 milioni di euro nel 2008 a 74 milioni nel 2014 con un calo dei lavoratori da 16.000 a 10.000. Un’emorragia che si arresta nel 2015 e che vede addirittura i primi mesi del 2016 registrare un +8,22% ma senza che questi benefici – continua – abbiamo ricadute positive sui lavoratori.
La responsabilità è delle associazioni industriali, come l’Anas che per gli ammodernamenti ha richiesto solo lavoratori altamente specializzati di imprese che vengono da fuori e hanno manodopera stabilizzata, ma è anche dei contratti, che spesso ci sono ma non vengono applicati. Ecco perché – continua – chiediamo come sindacato una nuova piattaforma per il rinnovo del contratto collettivo nazionale dell’edilizia presentata ai lavoratori nelle varie assemblee organizzate in tutta Italia e che verrà varata il 28 giugno dall’assemblea nazionale delle tre categorie e dei delegati Rsu/Rsa del comparto edile per essere inviata alle controparti per l’avvio della trattativa. L’aumento salariale richiesto mensilmente è pari a 106 euro per i lavoratori inquadrati al primo livello. Un’integrazione necessaria – spiega Iacovino – perché un aumento salariale significa anche una maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro in un settore dove sono diminuiti gli incedenti, perché si sono ridotti i numeri di addetti, ma sono aumentate le morti bianche. Una nota positiva, di cui bisogna tener conto, è il contributo della Basilicata nel rinnovo dei contratti provinciali, con l’approvazione di 4 su 6 in un contesto nazionale di 30 su 141. Un risultato importante che non può certo bastare. Se guardiamo alla Basilicata – riprende – in questo momento c’è una forte polemica sulle infrastrutture, in particolare per quanto concerne la mobilità. Da un lato Paolo Verri, direttore di Fondazione Matera 2019, ritiene che la tratta ferroviaria Ferrandina – Matera sia inutile, dall’altro l’ingegner Caporaso, capo compartimento Anas Basilicata, sostiene che la strada statale Potenza – Melfi vada ammodernata ma non raddoppiata in quanto il traffico medio giornaliero è basso. Il tema è centrale per il settore delle costruzioni. I tecnici devono rimanere fuori dalla discussione politica in quanto spetta alla politica occuparsi della programmazione dei territori. Per di più, se pensiamo di raggiungere lo sviluppo basandoci solo sul volume di traffico commettiamo un grande errore: per una regione a bassa densità demografica come la Basilicata significa tagliarla fuori dagli investimenti infrastrutturali e quindi da ogni possibilità di sviluppo, la cui unica via non può essere quella delle grandi opere nei grandi agglomerati urbani a sfavore delle aree periferiche più svantaggiate”. Conclude il segretario nazionale Boni: “La discussione sui collegamenti viari e ferroviari deve partire da un progetto industriale per la Basilicata che veda la Basilicata parte dell’Italia e non collegata all’Italia”.
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