BASILICATA: I LAVORI DI EIPLI SULLA DIGA DEL BASENTELLO ALL’ATTENZIONE DEL MIPAAF

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1° febbraio – Verificare se siano state avviate tutte le procedure idonee per valutare quali
iniziative tecnico-scientifiche attuare per la salvaguardia dei livelli idrici ad uso irriguo
della diga del Basentello, ricadente nel comprensorio del Consorzio di Bonifica Bradano-
Metaponto, e delle altre dighe presenti sul territorio della Regione Basilicata. Lo chiede il
deputato lucano Luciano Cillis, esponente M5S in commissione Agricoltura alla Camera, il
quale ha depositato una interpellanza urgente al ministro Stefano Patuanelli (Mipaaf).
Lo scorso 21 gennaio, infatti, l’EIPLI (Ente per lo sviluppo dell’irrigazione e la
trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia) ha deciso di procedere con l’apertura
dello scarico di fondo, con il concreto rischio che gran parte di melma e sedimenti
finiscano nel fiume Bradano e, poi, nell’invaso San Giuliano.
“Dobbiamo necessariamente scongiurare che l’agricoltura di pregio della zona paghi le
conseguenze di una gestione non ottimale della diga nonché di scelte che, se non ben
ponderate, rischiano di provocare danni alle produzioni e alle imprese, anche negli anni a
venire – dichiara il deputato Luciano Cillis (M5S) – La decisione dell’EIPLI di avviare lo
svuotamento dell’invaso, avvenuta su disposizione della ‘Direzione Generale per le Dighe’,
ha l’obiettivo di mettere in campo le opere di miglioramento idrico finalizzate a mantenere
livelli accettabili. L’invaso, però, non dovrebbe essere completamente svuotato ma portato
alla quota di circa 259 metri sul livello del mare, rispetto alla quota massima consentita di
271 metri, in modo tale – prosegue – da garantire gli standard di sicurezza nel caso di
eventi straordinari come terremoti. Non avendo contezza dei reali sedimenti presenti
nell’invaso, diventa complesso avere stime certe del volume di acqua presente. Ancor di
più se pensiamo che quest’anno il Basentello, a causa delle scarse precipitazioni,
presenta livelli di invasamento inferiori e che, per ripristinarli adeguatamente, è necessario
un ciclo pluriennale”.
Al Ministero delle Politiche agricole viene, dunque, richiesto un approfondimento
ulteriore prima di effettuare scelte compromettenti per il futuro degli invasi e per le
produzioni agricole lucane.

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