Per salvare la didattica in Basilicata ed elevare la qualità della formazione, la posizione della nostra regione in merito dovrebbe essere chiara e ferma, facendo una battaglia aggiuntiva, oltre a quella del mantenimento delle istituzioni scolastiche con Dirigenza e autonomia, per la quale con i consiglieri di opposizione abbiamo chiesto una presa di posizione netta da parte di Bardi. La centralità della persona, evocata nell’apertura dell’Anno Accademico in Basilicata alla presenza del Presidente Mattarella deve essere il principio che sottostà alle norme che implicano impatti su istruzione ma anche sulla coesione territoriale e sulle comunità dei territori. Si lotti anche, ai tavoli nazionali, per una deroga alla legge nazionale dei numeri con i quali si compone una classe, oggi pari a 27 circa, che scende a 20 in presenza di disabilità. Per noi, per regioni con caratteristiche simili alla nostra, tra aree interne, comuni montani e zone disagiate, dovrebbe essere abbassato tra 15 e 20. Ciò consentirebbe anche una migliore fruizione dell’offerta didattica e il vero diritto allo studio uguale per tutti.”
E’ quanto dichiara il Consigliere Regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva – Renew Europe.
“Quando si parla di dimensionamento scolastico – prosegue Luca Braia – si parla di riorganizzazione dell’offerta formativa sulla base di parametri nazionali legati ai dati dell’andamento demografico sempre più in calo. In regioni come la nostra questo rende il problema enorme, anche per le distanze e la densità abitativa e demografica che ci vede penultimi in Italia solo prima della Val D’Aosta. La specificità della Basilicata, quando parliamo di istruzione e formazione, dovrebbe vedere il Presidente Bardi e l’Assessore Galella lavorare oggettivamente alle difficoltà di spostamento tra un comune all’altro, come già capita a Dirigenti e personale docente.
La riorganizzazione potrebbe riguardare, praticamente domani, lo spostamento da un posto all’altro degli stessi alunni dove non ci sono i numeri, in una regione con 75 comuni su 101 sotto ai 5000 abitanti, che già soffre di criticità viarie e infrastrutturali. Delle 115 attuali istituzioni scolastiche, già oltre 25 sono affidate a un Dirigente in reggenza, lo spopolamento è in atto già ora che vi sono parametri a 400 per i comuni montani e 600 per quelli non montani, con una deroga che copre tutto il 2023-2024 e con diverse scuole già sotto-dimensionate.
L’organizzazione dell’offerta formativa in Basilicata non può essere, allora, argomento a convenienza ma deve essere sempre al centro del dibattito politico. Abbassare il numero degli alunni per classe, in Basilicata ci aiuterebbe a mantenere le classi negli istituti scolastici, quindi i presìdi dello stato – quali sono le scuole – nei vari comuni, anche piccoli, oltre a mantenere i posti di lavoro tra personale docente e Ata. Questa la battaglia che chiediamo al Governo Regionale di sostenere, in Conferenza Stato Regioni, oltre a bloccare il provvedimento attraverso il ricorso sulla incostituzionalità della Legge di Bilancio.”
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