L’aumento vertiginoso dei prezzi delle materie prime e delle fonti di energie rappresenta un freno alla ripresa economica, oltre ad un grave impoverimento relativo per larghe fasce di popolazione. L’andamento dei prezzi appena descritto non segue il normale andamento inflattivo dovuto alla politica monetaria e fiscale espansiva su scala globale, ma è la conseguenza di deficit nella catena produttiva oltre che di comportamenti speculativi di player internazionali.
Per quanto riguarda il settore agricolo, le aziende, nelle pratiche agronomiche stagionali, fanno uso di prodotti fitosanitari per la lotta alle malattie di piante ed animali, carburanti e prodotti per l’ordinaria manutenzione degli attrezzi, fertilizzanti e mangimi utilizzati nei processi produttivi ed energia elettrica. I prodotti e servizi, appena elencati ed utilizzati quotidianamente dalle aziende agricole, hanno visto un aumento del prezzo anche del 300% ed una riduzione dell’offerta, perché la filiera del mercato all’ingrosso non ha la solidità di assumersi il rischio di oscillazioni di prezzo così elevate, soprattutto nel mercato dei concimi e dei mangimi.
Nel mese di gennaio iniziano le principali pratiche agronomiche nelle aziende agricole e molti agricoltori sono impossibilitati nel proseguirle per le carenze sopradette con un’immediata riduzione delle aspettative di produzione per l’intero anno 2022. Ad esempio, una riduzione delle superfici di semina di cereali e leguminose ed una riduzione della loro concimazione potrebbe comportare una riduzione della produzione ed un ulteriore immediato aumento dei prezzi di pasta, pane e carne. Un altro esempio: una riduzione della concimazione nel settore dell’ortofrutta potrebbe comportare una riduzione della quantità e qualità prodotta ed un ulteriore immediato aumento dei prezzi di frutta e verdura.
Si tratta di un aumento a catena dei prezzi al consumo che assume una rilevanza sociale talmente considerevole da aver attenzionato direttamente Governi e Banche centrali.
Il consigliere comunale di MuoviAmo Tursi Antonio Di Matteo ha chiesto al Prefetto di Matera che si faccia portavoce presso le Autorità Governative nazionali affinché si possa intervenire rapidamente con uno sblocco immediato delle forniture di prodotti utilizzati dalle aziende agricole come concimi, fitofarmaci, mangimi, ecc. in modo tale da non interrompere il ciclo produttivo dell’intero comparto agricolo della Provincia di Matera. Le aziende agricole non sono fabbriche manifatturiere che possono essere chiuse e possono interrompere i processi produttivi. Il Governo deve immediatamente farsi carico di una problematica urgente.
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