Cariello risponde a “Il Quotidiano”: “Mai inchinato a nessuno

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Il Quotidiano, con un articolo a firma di Leo Amato, entra a gamba tesa sulla nota vicenda giudiziaria che interessa me ed il mio Comune.

Preliminarmente, devo rilevare che l’articolo contiene riferimenti ad atti coperti da segreto istruttorio e, comunque, vietati alla pubblicazione ai sensi dell’art. 4, comma 3 della Legge n. 15/24 che ha modificato l’art. 114 cpp.
Mi corre l’obbligo di evidenziare che gli atti (evidentemente) in possesso del Giornalista non sono ancora stati messi a disposizione della mia difesa.
A prescindere da tale circostanza, comunque grave, mi spiace dover constatare che l’articolista – al solo fine di sostenere una tesi infondata nei miei riguardi – abbia pubblicato il nome del parroco del paese e dell’ufficiale di polizia giudiziaria, i quali avevano tutto il diritto di non essere menzionati.
Ad ogni modo, ribadisco di non essermi mai inchinato a nessuno né, tantomeno, alle persone oggetto di provvedimenti restrittivi, soggetti a me sconosciuti e mai incontrati .
Rimango fermamente convinto della liceità della mia condotta tenuta il 15 agosto – a maggior ragione, circondato, com’ero, da centinaia di persone che lì si trovavano e che hanno potuto apprezzare la legittimità (e, aggiungerei, l’ordinarietà) del mio comportamento.
Sono, perciò, convinto che le dichiarazioni del parroco siano frutto di incomprensioni e ricordi sbiaditi. E, del resto, mi sovvengono le parole di Don Abbondio ne “I Promessi Sposi” quando diceva: “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”.
Sono rammaricato dal dover constatare, inoltre, che, a fronte di centinaia di persone, le percezioni di un singolo individuo possano essere avvalorate e sostenute da soggetti imprecisati e non meglio individuati.
Posso affermare che, durante il percorso, non mi sono mai accorto della presenza di militari delle forze dell’ordine in divisa.
Ho, invece, distintamente riconosciuto l’ufficiale dei Carabinieri – menzionato nell’articolo odierno di Leo Amato sul Quotidiano – in quanto si trovava presso il “Camping Le Due Barche” in abiti civili (da vacanza, sarebbe meglio dire) e nelle vicinanze di una ex consigliera comunale, candidata alle regionali e notoriamente mia avversaria e oppositrice sia politica che personale.
Posso assicurare l’articolista che nella spiaggia libera, dove una volta si trovava il lido sequestrato, non esistono barche ed il rimessaggio delle barche dei pescatori avviene e si situa a grande distanza da tale luogo.
Alla fine dei miei giorni, quando mi presenterò al cospetto del Signore, sicuramente verrò assolto per le calunnie subite e per non aver commesso alcuno dei fatti che mi sono contestati, e mi permetterò di intercedere a favore dei calunniatori per farne ottenere il perdono perché – come ci ricorda in maniera illuminante il Vangelo secondo Luca – “non sanno quel che fanno”.

Il Sindaco

Pasquale Cariello

cariello

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