200 aziende produttrici, 10 ettari coltivati e una produzione lorda vendibile che sfiora i 200 mila euro all’anno. Sono questi i numeri della filiera dello zafferano in Basilicata, risultato del lavoro attento avviato dai tecnici dell’Azienda agricola sperimentale “Pollino” dell’Alsia, l’Agenzia Lucana di sviluppo e di innovazione in agricoltura, e proseguito con il lavoro di ricerca del Centro Metapontum Agrobios della stessa Agenzia in collaborazione con l’Università di Basilicata. Per fare il punto sul comparto e affrontare insieme il tema della commercializzazione del prodotto, per giovedì 25 luglio, alle ore 9.30, nella sala Lovelli dell’Azienda “Pollino” di Rotonda (PZ), l’ALSIA organizza un seminario sulla “Coltivazione dello zafferano in Basilicata: valutazioni produttive e problematiche commerciali”. Consigli tecnici, ma anche sensibilizzazione e formazione degli addetti – si legge in un comunicato dell’Alsia – hanno consentito di far crescere nel volgere di pochi anni un comparto che oggi conta numerosi produttori nelle due principali aree nazionali protette, nel Pollino e nel Vulture, oltre che nella montagna potentina e nella collina materana. Determinante il meticoloso lavoro dell’Alsia “per monitorare la qualità del prodotto, anche attraverso analisi chimiche e organolettiche, in collaborazione con l’Associazione lucana produttori Piante officinali e zafferano. E i risultati non si sono fatti attendere: dopo 4 anni di lavoro, il 100 per cento del prodotto è stato classificato di prima categoria. In questi anni i produttori, oltre a soddisfare l’autoconsumo, si sono organizzati per la commercializzazione del prodotto in particolare verso agriturismi e ristoranti regionali. Questo ha ridotto enormemente i costi di commercializzazione, portando al massimo il profitto. Quindi un prodotto di altissima qualità, a chilometro zero, dal produttore al consumatore o quasi. Ma gli agriturismi ed i ristoranti regionali che utilizzano lo zafferano non sono un grandissimo numero. Da qui l’esigenza di pensare a nuovi canali commerciali fuori regione e individuare nuove strategie di filiera che, se condivise, dovranno essere una possibile linea da seguire per gli operatori del settore”. Il seminario, inoltre, sarà anche l’occasione per aggiornare gli operatori sui risultati delle sperimentazioni che l’Alsia e l’Università della Basilicata “hanno condotto negli ultimi anni nel comparto”.
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