Un Open Future all’insegna delle competenze e del legame con il territorio: è questa la sfida dell’Università Campus Bio-medico di Roma che, questa mattina, negli spazi degli Ipogei di San Francesco, a Matera, ha presentato la nuova articolazione dei percorsi formativi di Scienze e tecnologie per l’uomo e per l’ambiente. Un’iniziativa promossa all’interno del progetto di Confindustria e Fondazione Matera Basilicata 2019, “Open Future delle imprese italiane”. L’università, che rimarrà nella vetrina degli Ipogei fino a domenica 31 marzo, è, infatti, la terza delle 50 aziende selezionate attraverso il bando che mira a promuovere il dialogo tra mondo dell’impresa con quello della cultura.
“Siamo orgogliosi – ha commentato il presidente di Confindustria Basilicata, Pasquale Lorusso – di poter vantare tra i soggetti selezionati un ateneo di prestigio come il Campus biomedico perché riteniamo che la buona impresa abbia radici nella qualificazione delle competenze. In particolare, il percorso formativo promosso in questa occasione è fortemente basato sulla valorizzazione del territorio, cioè quel fil rouge che unisce tutte le realtà che saranno protagoniste nella Capitale europea della Cultura, per tutto il 2019, grazie a questo progetto”.
“L’adesione a Confindustria – ha spiegato il presidente onorario dell’UCBM, Paolo Arullani – nasce proprio dallo sforzo continuo della nostra Università di ancorare l’offerta formativa alla reale domanda di professionalità che arriva dal mondo produttivo. La nostra presenza su questo territorio non è affatto casuale. Ci rivolgiamo infatti sia a giovani studenti che a imprese di un’area geografica contraddistinta dalla presenza di un mondo produttivo fortemente orientato all’agroalimentare. La nostra presenza a Matera 2019 mira a promuovere il sodalizio Università/cibo come simbolo delle grandi culture mondiali che proprio qui trovano lo spazio ideale per trasmettere i valori di tradizione e innovazione oggi sempre più necessari per valorizzare le risorse del territorio”.
A illustrare i dettagli del nuovo progetto formativo, la professoressa Laura De Gara: “Il corso punta a formare figure professionali con conoscenze scientifiche e tecnologiche nell’ambito della produzione, trasformazione, distribuzione, commercializzazione e somministrazione degli alimenti. I nostri laureati in Scienze e Tecnologie Alimentari e Gestione di Filiera saranno in grado di gestire e controllare i processi di trasformazione a partire dalle materie prime; effettuare analisi giuridico-economiche dei mercati e dell’innovazione sostenibile. Ci rivolgiamo anche ai lucani, già molto presenti nel nostro ateneo per dare loro la possibilità di acquisire competenze da spendere sul territorio”.
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