Sono 598 i Comuni Rifiuti Free. Nord-Est sempre in testa alla classifica grazie a porta a porta e tariffazione puntuale, Veneto e Trentino Alto Adige le regioni più virtuose. Cresce il Sud. Centro immobile.
Solo Pordenone, Trento, Treviso e Belluno i capoluoghi Rifiuti Free.
La Basilicata in leggera flessione rispetto al 2019.
12 i comuni premiati con Tramutola vincitore assoluto
Sono 598 i Comuni Rifiuti Free, quelli dove ogni cittadino produce al massimo 75 chili di secco residuo all’anno: 51 in più dello scorso anno. E questa è davvero una buona notizia, specialmente se si considera che la crescita maggiore è avvenuta nel Meridione. I comuni rifiuti free del Sud Italia sono passati, infatti, da 84 a 122 e pesano, ora, per il 20,4% sul totale dei comuni in graduatoria. Il meritodi questa rimonta va, soprattutto, all’Abruzzo, che porta i comuni virtuosi da 15 a 38 (con un balzo dal 5 al 12% sul totale dei comuni della Regione), alla Campania che sale da 23 a 36 comuni (dal 4 al 7%) e alla Sicilia che passa da uno a otto comuni (da 0 a 2%).
Il Veneto si conferma la Regione con il numero più elevato di Comuni rifiuti free: 168 comuni per una percentuale sul totale del 30%, stabile rispetto allo scorso anno. Seguono il Trentino-Alto Adige con 78 comuni (28%), due in più rispetto al 2019 che lo aveva visto in forte crescita, e il Friuli-Venezia Giulia, che con 48 comuni rimane a quota 22%. Poi l’Abruzzo e il Molise che passa da nove a 13 comuni (dal 7% al 10%).
Secondo gli ultimi dati ISPRA disponibili (2018), nel complesso in Italia la produzione dei rifiuti rimane ancora alta, con 499,7 kg/ab/anno, e se la raccolta differenziata intercetta, mediamente a livello nazionale, oltre la metà dei rifiuti prodotti con il 58,1%, si registra ancora un forte divario tra Nord (67,7%), Sud (46,1%) e Centro Italia (54,1%).
Questi i numeri principali di Comuni Ricicloni 2020, l’indagine presentata oggi pomeriggio a Roma, durante la seconda giornata del talk show online EcoForum sull’Economia circolare dei rifiuti, organizzato da Legambiente, Editoriale La Nuova Ecologia e Kyoto Club.
“Con il recepimento del pacchetto delle direttive europee sull’economia circolare – ha dichiarato Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – si è definito il contesto in cui gli Stati devono muoversi da qui ai prossimi anni.Tra gli obiettivi principali: il limite massimo del 10% di rifiuti conferiti in discarica, percentuali molto ambiziosedi riciclo dei rifiuti prodotti e un tetto per abitante di 100 chili di residuo secco (indifferenziato) prodotti annualmente. Come fotografa il nostro rapporto Comuni Ricicloni 2020, ad oggi la produzione dei rifiuti non recuperabili e conferiti in discarica al di sotto dei 75 chili per abitante all’anno è raggiunta solo da 598 Comuni: in aumento rispetto allo scorso anno ma ancora pochi. Proprio per questo è determinante applicare il sistema di tariffazione puntuale su tutto il territorio nazionale, in nome del principio chi inquina paga, supportando le amministrazioni che ce l’hanno fatta”.
“La Basilicata – sottolinea Antonio Lanorte, presidente di Legambiente Basilicata – non brilla particolarmente nella classifica 2020. Rispetto all’anno precedente infatti i comuni rifiuti free scendono da 14 a 12 con Tramutola (vincitore assoluto) che guida la classifica dei comuni virtuosi (cioè quelli che oltre a produrre meno di 75 chili di secco residuo all’anno superano anche la barriera del 65% di raccolta differenziata) che comprende anche Sarconi, Filiano, Albano di Lucania, Montemurro, Castelsaraceno, Banzi, Vietri di Potenza, Montemilone, San Chirico Nuovo, Maschito e Forenza. In tutti questi comuni, quindi, la raccolta differenziata oltre che quantitativamente consistente è anche qualitativamente elevata”.
“La classifica 2020 che, come detto, premia solo 12 comuni tutti al di sotto dei 5000 abitanti – continua Lanorte – fornisce una rappresentazione sintetica dell’attuale situazione della gestione dei rifiuti in Basilicata che dopo essere uscita fuori da una pesante emergenza a cavallo del biennio 2016-2017, soprattutto grazie ai numeri raggiunti dalla città di Potenza sulla raccolta differenziata, vive attualmente una situazione di stallo con percentuali di raccolta differenziata ormai stabili da tempo sotto il 50%, in attesa che il nuovo sistema di gestione dei rifiuti urbani della città di Matera basato su “porta a porta” possa portare i benefici tanto attesi alla città e all’intera Regione”.
“C’è insomma – conclude Lanorte – ancora tanta strada da fare per chiudere il cerchio nella gestione dei rifiuti urbani in Basilicata considerata soprattutto l’assenza di impiantistica regionale a supporto della raccolta differenziata spinta e in particolare degli impianti per il trattamento della frazione organica (impianti di compostaggio e impianti di digestione anaerobica) che rappresenta il 40% del quantitativo ottenibile con la raccolta differenziata. Siamo a fine 2020 ed in Basilicata ancora non siamo riusciti a realizzare il primo impianto di compostaggio della frazione umida riveniente dalla raccolta domiciliare, mantenendo il triste primato che ci vede come unica regione d’Italia a non avere in esercizio alcun impianto di trattamento della frazione organica dei rifiuti”.
Ma, di contro, non mancano buone pratiche virtuose, come quella del riciclo delle bottiglie di plastica del Comune di Potenza, premiata da Comuni Ricicloni 2020. Un progetto che ha visto il grande impegno del Comune di Potenza e dell’ACTA Potenza che, in breve tempo ha permesso registrare un dato di raccolta pro capite nel 2019 contenitori per liquidi (CPL) pari a 7,6 kg/ab, al di sopra della media nazionale di 7,1 kg/ab, con un aumento complessivo del 7% della r.d. della plastica sul territorio comunale. Un esempio di come i Comuni e i servizi da loro offerti ai cittadini possono fare la differenza, contribuendo in modo attivo al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi comunitari all’interno di una filiera ormai consolidata.
Comuni Ricicloni è un concorso volontario (cui concorrono le realtà che inviano i dati di produzione dei rifiuti nei tempi e nei modi stabiliti dagli organizzatori) e un dossier a cura di Legambiente, con il patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, in collaborazione con CONAI, Comieco, Corepla, CIAL, CoReVe, RICREA, Rilegno, Consorzio Italiano Compostatorie Assobioplastiche.Partner: FaterSmart e Eurosintex.
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