Terremoto del 23 novembre 1980, tristi ricordi ma sguardo verso l’ottimismo

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Il 23 novembre 1980 segna una data spartiacque per tutti noi, intesi come singoli e come cittadini della Basilicata. Il terrificante sisma di quarantadue anni fa, che ha sconvolto la nostra regione e l’Irpinia, è stato un evento indimenticabile: ha aperto diversi capitoli della storia della Basilicata, del Sud e dell’Italia intera. Gli oltre 3mila morti provocati in quella domenica del 1980, quando tutti si godevano alcune ore di spensieratezza in famiglia, con gli amici o in preghiera nelle chiese, sono il simbolo di una regione ferita quasi a morte, ma che, grazie anche alla solidarietà di tutti gli italiani e della comunità internazionale, è riuscita a rialzarsi. 

Molto è stato fatto. Tanto tempo, però, è trascorso prima che alcune ferite si rimargineranno. Penso ai lucani costretti ad abbandonare le proprie case, ad andare a vivere in “nuovi” quartieri. La nascita di Bucaletto è uno di questi esempi. Un ghetto nel capoluogo di regione che ha gridato e gridato allo scandalo. Come non pensare, poi, agli interminabili anni della ricostruzione, ad alcune degenerazioni e storture? Agli sprechi. Alle tante occasioni mancate che tuttora sono causa di sottosviluppo e lenta crescita economica. Il mio pensiero va subito alla rete viaria, compresa quella interna. I Comuni lucani patiscono un insopportabile isolamento, che si traduce in emigrazione, sottosviluppo economico-sociale e spopolamento. 

Oggi, comunque, è il giorno del Ricordo. Il 23 novembre rappresenta il nostro “Giorno del Ricordo”, dedicato a chi ha perso la vita quel maledetto 23 novembre 1980, a tutti coloro che hanno visto le proprie esistenze cambiate per sempre, a coloro che, venendo da fuori regione, ci hanno aiutato a spostare le macerie di un evento catastrofico e della disperazione. La Basilicata di oggi deve rinascere, forte e solidale, anche su quelle macerie.

Gianni Leggieri

Consigliere regionale del MoVimento Cinque Stelle

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