Consiglio Comunale di Melfi – Altro che #IoRestoACasa, un altro esempio di disorganizzazione

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Questo pomeriggio dovrebbe svolgersi una seduta del Consiglio Comunale di Melfi all’interno dell’aula consiliare. Una decisione che considero irresponsabile.

In un periodo nel quale incitiamo i cittadini a non uscire di casa, se non per estrema necessità, ed a non raggrupparsi, il Comune di Melfi decide di far riunire consiglieri, dipendenti comunali e personale esterno, all’interno dell’aula consiliare come se quella del Covid-19 non fosse una reale emergenza.

Arrogante e insensato paragonare l’attività del Consiglio Comunale a quella del personale sanitario o dei lavoratori dei servizi di prima necessità, impegnati in prima linea, ai quali non smetterò mai di dire grazie per il loro impegno in questi giorni difficili, poiché non possono certo svolgere il loro lavoro in videoconferenza.

Al giorno d’oggi ci sono decine di servizi di videoconferenza. Intere classi dei nostri figli ogni giorno svolgono le lezioni online utilizzando servizi web gratuiti, ma l’amministrazione comunale di Melfi, al contrario di molti altri comuni, ritiene troppo complicato organizzare una videoconferenza, eppure le dirette Facebook del sindaco non mancano mai.

In piena emergenza Covid-19 non accetto alcuna giustificazione da parte dell’Amministrazione Comunale, né quella tecnica (perché hanno avuto tutto il tempo per organizzarsi) né quella dell’approvazione del Regolamento di Inclusione Sociale visto che si tratta di una mera modifica ad un regolamento già approvato da questo consiglio comunale il 13 ottobre 2017 e le cui modifiche non incidono sull’emergenza in corso più di quanto già previsto nei decreti del Consiglio dei ministri. Se non bastasse, il decreto “Cura Italia” ha introdotto deroghe a tutti gli atti amministrativi collegati alla gestione dei bilanci comunali.

San Francesco diceva “Un grammo di buon esempio vale più di un quintale di parole”.

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