INTERVENTO CONVEGNO “LA MAFIA NON È AFFATTO INVINCIBILE”

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Buongiorno a tutti, alle Istituzioni che interverranno a breve e a tutti voi presenti in sala. Permettetemi un ringraziamento particolare a Chiara, collega di partito e Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta antimafia. Anzi è bene chiamarla con il suo nome, Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali anche straniere, perché nei fatti non esiste una sola mafia.

Oggi un incontro importante perché si mettono in correlazione due fenomeni, la devianza giovanile e la criminalità organizzata, che, per molto tempo, sono stati ritenuti fenomeni a sé stanti e che, invece, sono strettamente correlati.

Le cronache, purtroppo, sono piene di esempi dove il disadattamento dei giovani viene incanalato in attività illegali che sfociano in organizzazioni criminali dedite allo spaccio, al furto e alla violenza. Noi siamo abituati a pensare alla criminalità organizzata solo come ‘mafia’, in senso stretto. Ma la mentalità mafiosa permea tutte quelle sovra-strutture, piccole o grandi che siano, che si pongono in antagonismo con lo Stato e che ne minano le fondamenta. Tant’è che oramai si parla di ‘mafie’.

Non sono lontani nel tempo i fatti di Caivano, in cui erano coinvolti minori e che hanno portato alla luce un sistema criminale esteso e radicato. Non sono lontani gli arresti a Milano di giovanissimi dediti al furto, alla violenza ed allo spaccio.

Devo essere sincero, e non solo perché sono un esponente del primo partito di maggioranza relativa, ma sono orgoglioso che per Fratelli d’Italia e per Giorgia Meloni il tema della lotta alla mafia e il tema della legalità sono sempre stati una costante, anche quando eravamo opposizione.

E devo essere sincero quando dico che questo Governo ha fatto bene ad occuparsi, tanto di quella che nel gergo più comune è chiamata ‘mafia’ che di tutte le situazioni di degrado in cui il disagio può virare verso la violenza e l’illegalità, perchè non possiamo e non dobbiamo nasconderci che questi fenomeni nascono da problematiche sociali ancora oggi rimaste insolute.

Lo ha fatto, ad esempio, quando ha modificato, in senso costituzionale, la norma sul carcere ostativo, norma voluta dal ‘padre’ della lotta alla mafia, Giovanni Falcone; lo ha fatto con il DDL sulla procedibilità d’ufficio e l’arresto in flagranza, senza il quale si sarebbe verificato il rischio di scarcerazione di tre boss mafiosi palermitani. Lo ha fatto con il Dl Caivano che contempla misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile.

Io sono profondamente convinto che su questi temi non bisogna mai abbassare la guardia, anche nei periodi, diciamo, più tranquilli. Falcone diceva che la lotta alla mafia sarebbe andata avanti per lungo tempo. Per lungo tempo, non per l’eternità: perché la mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e una fine. E ritengo che lo si possa affermare per tutti i tipi di organizzazioni criminali.

L’importante è che questa lotta sia un faro che guida qualsiasi Governo. 

Falcone ha detto: “Possiamo sempre fare qualcosa: massima che andrebbe scolpita sullo scranno di ogni magistrato e di ogni poliziotto.” 

ma che dovrebbe, secondo me, essere fatta propria da qualsiasi cittadino, in ogni momento della vita.

Sen. Gianni Rosa – Vicepresidente della 8ª Commissione permanente per l’Ambiente e l’Innovazione Tecnologica – «Aerospazio ed Innovazione Tecnologica per il progresso della Basilicata e la riduzione dei divari con le altre realtà»

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