Preoccupazione per la salute dell’acqua destinata alla potabilizzazione.
Sulla vicenda del Pertusillo, ciò che più ci allarma è il tentativo del Governo regionale di nascondere la polvere sotto il tappeto.
L’assessore Latronico si preoccupa solo di ridare un pò di credibilità al governo regionale, organizzando per il 12 giugno una conferenza stampa, il cui esito è scontato, dato che anche il centrodestra lucano, una volta al potere, ha subito abbracciato la corrente del “tuttoappostismo”, ormai cronico. Un tempo i suoi esponenti la combattevano arditamente.
Così come non ci sconvolge il silenzio del Presidente Bardi, disperatamente impegnato a trovare un modo per farsi ricandidare là dove nessuno dei suoi amici lo vuole.
Ci meraviglia il silenzio di Rosa che preferisce utilizzare un Baldassarre, scrivendogli finanche i comunicati di risposta.
Su quella di Coviello non abbiamo molto da dire se non che oltre a non saper leggere i miei comunicati, di conseguenza non sa nemmeno scrivere le risposte.
Insomma, i due agnelli sacrificali, Coviello e Baldassarre, mentono sapendo di non mentire ma li perdoniamo perchè non sanno quello che fanno, citando le parole di Gesù nell’ora più buia della storia, quando a morire non era Dio, ma una umanità divorata da bocche fameliche di cattiveria.
Intanto, sul tema Pertusillo, aspettiamo ancora risposte alle interrogazioni depositate dal Consigliere regionale Gianni Perrino che si è dovuto anche munire di pazienza e rispondere ai capolavori riflessivi dei due suddetti neoesperti ambientalisti di centrodestra.
E magari rispondere anche all’Associazione Cova Contro, che quel declassamento l’ha previsto dal 2017.
I fatti sono che ogni giorno, la popolazione delle province di Bari, Taranto e Lecce (circa 2.659.000 tra uomini, donne e bambini) beve l’acqua proveniente dal Pertusillo, mentre, con la stessa acqua, vengono irrigati i campi della Basilicata che producono diverse eccellenze dell’agricoltura italiana.
Dato che il c.d. Codice dell’Ambiente (D.Lgs. 152/2006) prevede dettagliati criteri per la classificazione delle acque, l’aver declassato quelle del Pertusillo fa sorgere il legittimo dubbio che i valori rilevati di idrocarburi disciolti in emulsioni, insieme alle altre sostanze da monitorare per legge, non consentivano di mantenere la classificazione precedente (A 2).
Dubbio sollevato anche dalle associazioni ambientaliste locali che, a seguito di analisi effettuate in appositi laboratori accreditati, da tempo segnalano la possibilità che la categoria A3 fosse quella veritiera e che da dicembre 2022 hanno rilevato, oltre agli idrocarburi pesanti, la presenza di DCPA nell’acqua dell’invaso.
Trattasi della molecola denominata Dimetil-Tetraclorotereftlato e nota come erbicida (il Dachtal), altamente tossica e persistente, bandita dall’Europa dal 2009.
Cari amici di centrodestra, che ne dite se facciamo un pò di chiarezza su alcuni punti? Ad esempio vorremmo sapere, ovviamente con il permesso di Coviello e Baldassarre, se il Ministero competente è a conoscenza di quanto esposto e se sia intervenuto, per quanto di competenza, per individuare le cause dell’alterazione del colore delle acque dell’invaso ed eventualmente come intende intervenire per garantire la fornitura di acqua potabile. Oppure far sapere ai cittadini lucani e pugliesi se gli impianti locali siano in grado di potabilizzare acque di categoria A 3.
Possiamo conoscere, poi, quali mezzi di tutela ha messo in campo il Ministero adito, in merito alla tutela dei bacini idrici, dalle perforazioni petrolifere orizzontali, dall’utilizzo di additivi chimici utilizzati nelle perforazioni e coperti da segreto industriale e dai rapporti con le stesse attività petrolifere con la sismicità locale? Oppure, se il Ministero intenda fare luce sulla presenza di DCPA e altri contaminanti emergenti nell’invaso del Pertusillo. Infine, se la mancanza di un Piano regionale di tutela delle acque, unitamente al declassamento A 3, possa incentivare l’apertura di una procedura di infrazione europea sul caso.
Ecco, se il Governo regionale è troppo impegnato per non rispondere a queste domande, le poniamo con apposita interrogazione parlamentare al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica dell’Italia, Gilberto Pichetto Fratin. Almeno lui ci risponderà?
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