“Se non si provvede con urgenza ad una rivalutazione attenta e razionale del nuovo tariffario delle prestazioni, il comparto dei laboratori di analisi subirà una ripercussione pesante che inciderà sulla qualità dei servizi erogati a danno degli utenti che non potranno permettersi le prestazioni di cura e prevenzione della salute e sulla quota occupazionale”. Così Anisap Basilicata, Federbiologi e Federlab.
Le imprese sanitarie accreditate di laboratorio e gli ambulatori – è scritto nella nota delle tre associazioni di categoria – non possono prescindere dal tenere i conti in ordine per poter perseguire la propria mission ovvero erogare prestazioni sanitarie di qualità in linea con i bisogni di salute del cittadino. Il nuovo nomenclatore tariffario delle prestazioni, imposto dal Ministero, se da un lato, correttamente, introduce nuove prestazioni in alcuni ambiti diagnostici non coperti dal precedente del 1996, dall’altro – a parere di Anisap, Federbiologi e Federlab – taglia in maniera trasversale e cospicua le tariffe delle prestazioni di laboratorio che sono alla base del 75% delle decisioni cliniche. Non è pensabile poter erogare prestazioni di qualità con un nuovo ribasso dell’ordine del 20% dopo quello del 2012, che già aveva tagliato le tariffe regionali del 40%. Si tratta di due tagli in 12 anni; in questo modo diventa impossibile sostenere il ruolo di erogatori per conto del Servizio Sanitario regionale. “Il cittadino – è scritto ancora nella nota – deve sapere che lo Stato impone alle strutture sanitarie accreditate un risparmio di spesa che incide pesantemente sulla qualità dei servizi erogati, sulle liste di attesa e sui livelli occupazionali.”
Pertanto Anisap Basilicata, Federbiologi e Federlab chiedono al Governo Regionale di considerare la possibilità di rivalutazione delle tariffe al fine di trovare soluzioni che possano, al contrario, sostenere i servizi sanitari a favore del cittadino che ha il diritto di fruirne in maniera piena e con la qualità che si richiede a questo tipo di servizi. La nostra non è una istanza isolata. Le strutture sanitarie di tutta Italia stanno protestando a tutti i livelli, addirittura le Regioni dove è meno presente il privato accreditato o addirittura quasi assente (come l’Emilia Romagna) rivendicano la possibilità di determinare un proprio tariffario in quanto considerano diseconomico quello proposto dal Ministero. La Regione Basilicata, per densità abitativa e caratteristiche orografiche – continua la nota – non può rimanere estranea a questo tipo di considerazione; non è pensabile riuscire a fare economia di scala con 1/9 degli abitanti della Emilia Romagna.
All’Assessore Latronico, quindi, chiediamo la stessa sensibilità dimostrata in altre occasioni, in caso contrario il comparto degli erogatori di prestazioni di laboratorio, inevitabilmente, sarà costretto a intraprendere percorsi fuori dalle aspettative del cittadino che dovrà caricarsi di costi ulteriori per poter accedere alle cure.
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