Giovanni Cestari console della RDC per il Sud (anche Basilicata)

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Giovanni Cestari console della RDC per il Sud (anche Basilicata),il più giovane in assoluto

E’ il più giovane a ricoprire la funzione di console anche per la Basilicata: Giovanni Cestari, 24 anni, è console della Repubblica Democratica del Congo, con sede a Napoli,  con competenza delle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Molise. Venerdì scorso, presso il Centro Direzionale di Napoli, si è svolta la cerimonia di inaugurazione della Sede del Consolato della RDC, dopo il rilascio dell’atto di riconoscimento da parte del Ministero Degli Affari Esteri Italiano. Alla cerimonia hanno partecipato Paul-Emile Tshinga Ahuka, Ambasciatore della Repubblica Democratica del Congo, il Segretario Dr. Bruno Mariano e il Decano Avv. Elio Pacifico del Corpo Consolare di Napoli.
Per Giovanni, figlio dell’ing. Alfredo Carmine Cestari, che ha svolto lo stesso prestigioso incarico per molti anni ed è presidente della Camera ItalAfrica, una sfida impegnativa. Il consolato – ha spiegato – nasce con l’obiettivo di promuovere i rapporti di cooperazione economica tra le imprese italiane e quelle della Repubblica Democratica del Congo.
La missione inoltre intende sviluppare scambi culturali e scientifici tra i due paesi, e fornire assistenza ai cittadini della Rdc in Italia. A chi gli ha chiesto se si sente pronto ad affrontare la sfida nonostante la giovane età, Giovanni Cestari ha risposto che sono proprio il coraggio e l’impegno civile a reggere la prova.
La Repubblica Democratica del Congo è il più grande stato africano insieme all’Algeria, con circa 100 milioni di abitanti ed un immenso patrimonio di risorse naturali ed in particolare minerarie. La nomina di Cestari e l’inaugurazione della nuova sede del consolato arrivano in un momento cruciale per lo sviluppo delle attività commerciali ed economiche dell’Italia che nel Piano Mattei ha previsto progetti per i Paesi dell’Africa Centrale ed un impegno finanziario di 320 milioni di euro per la realizzazione del ‘corridoio di Lobito’, il sistema infrastrutturale che collegherà l’Angola allo Zambia, attraverso la Repubblica Democratica del Congo. Un’infrastruttura imponente, che coinvolge numerosi settori e che apre ad opportunità anche per le imprese italiane. Progetti pilota del Piano Mattei sono anche nel settore dell’energia rinnovabile. Nel primo trimestre dell’anno l’export italiano in Congo ha raggiunto gli 11,8 milioni di euro (più 31,4%) e l’import verso l’Italia ha superato i 66 milioni di euro. Per Giovanni Cestari ci sono le condizioni e le opportunità per accrescere la presenza di imprese italiane (e del Sud Italia) nella RDC e per questo promuoverà incontri nelle regioni di competenza consolare.
Sono 700 le aziende italiane in attività in Congo. Il console Cestari evidenzia
le potenzialità per gli imprenditori italiani per avviare le loro aziende verso l’internazionalizzazione sottolineando in particolare il grande potenziale di tutto il mercato africano Nel continente africano che dispone della più grande superficie arabile del mondo e che entro il 2050 raddoppierà la sua popolazione a 2,5 miliardi, di cui oltre 2 miliardi nell’area subsahariana, molto interessante è la domanda di tecnologie e know-how italiani per la meccanizzazione agricola e l’industria alimentare.
L’esigenza che si pone in ogni caso per i prossimi anni e decenni, in un contesto globale sempre più multipolare – aggiunge Cestari – è che Europa ed Africa possano costruire un effettivo percorso di sviluppo comune, non solo attraverso l’interscambio di beni, ma anche di competenze professionali, know-how tecnico-scientifico, risorse finanziarie ed umane.
Una prospettiva indicata con chiarezza nel “piano Mattei” per l’Africa. Il Piano Mattei – ricorda Cestari –  è fondamentale per collocare l’Italia e il suo continente tra gli attori principali di un nuovo equilibrio internazionale, in grado di generare lavoro dignitoso e sviluppo sostenibile. In sinergia con ItalAfrica porteremo avanti il progetto “Sud Polo Magnetico” che punta a favorire lo sviluppo e
l’innovazione delle imprese del Mezzogiorno d’Italia e delle imprese
africane, valorizzando le zone economiche speciali adesso al Sud unica ZES.

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