I giornalisti sono invitati oggi lunedì 11 luglio alle ore 19.00 nella Piazzetta di Maratea per partecipare all’incontro pubblico “Quale tutela per le acque interne?”, organizzato da Legambiente in occasione della tappa lucana di Goletta Verde 2022. Sarà un momento di confronto con esperti e rappresentanti territoriali per parlare di rinaturalizzazione dei corsi d’acqua, di riduzione dei carichi inquinanti e della mitigazione del rischio idrogeologico, ma anche della fruizione sostenibile degli ambiti fluviali. Nel corso dell’incontro l’associazione ambientalista presenterà le sue proposte per tutelare e valorizzare gli ecosistemi acquatici della Basilicata.
Per la Goletta Verde 2022 i partner principali sono ANEV, CONOU, Novamont e Renexia, partner AIPE. Media partner La Nuova Ecologia.
I dettagli dell’’evento
Lunedì 11 luglio, Piazzetta di Maratea
Ore 19.00 INCONTRO PUBBLICO: “Quale tutela per le acque interne?”
Come affrontare in Basilicata le questioni della rinaturalizzazione dei corsi d’acqua, della tutela della qualità e riduzione dei carichi inquinanti, della riduzione del rischio idrogeologico, della fruizione sostenibile dei carichi fluviali?
Saranno presenti:
Katiuscia Eroe, portavoce Goletta Verde;
Antonio Nicoletti responsabile nazionale Aree Protette e Biodiversità Legambiente;
Antonio Lanorte, presidente Legambiente Basilicata;
Giuseppe Ricciardi, presidente circolo Legambiente Maratea;
Daniele Stoppelli, sindaco di Maratea;
Antonio Iorio, sindaco di Tortora;
Achille Palma, Direttore Tecnico Scientifico ARPAB;
Cosimo Latronico, assessore Ambiente Regione Basilicata;
Giuseppe Della Guardia, portavoce C.D.F.N.;
Alfonso Andretta, Amm. Unico Acquedotto Lucano;
Michele Lenti Comandante T.V. (Capitaneria di Porto) di Maratea;
Manuel Chiappetta, vicepresidente Flag Coast to Coast.
Modera il dibattito: Magda Licasale
I focus dell’incontro pubblico
Si parlerà in particolare di:
Ecosistemi acquatici delle aree interne >> sono decisivi per raggiungere gli obiettivi globali al 2030 su clima e biodiversità. Sono ambienti fragili la cui diminuzione è strettamente connessa a siccità e cambiamenti climatici, ecosistemi naturali di immenso valore per il numero di specie ospitate, per la capacità di immagazzinare grandi quantità di carbonio e assorbire le piogge in eccesso.
I fiumi e i corsi d’acqua in Basilicata continuano a essere troppo spesso dei grandi malati dimenticati, poco controllati e monitorati, costretti a ricevere frequentemente reflui mal depurati e scarichi abusivi. Mentre a livello comunitario sono chiaramente fissati gli obiettivi per la protezione delle acque superficiali interne, di transizione e di quelle costiere e sotterranee, in Basilicata continuano a essere pochi i casi in cui si è investito sui corsi d’acqua con interventi di riqualificazione, rinaturalizzazione, prevenzione e mitigazione del rischio e di tutela degli ecosistemi.
Nella regione deve crescere la percentuale di territorio protetto per raggiungere l’obiettivo globale del 30% di mare e territorio protetti entro il 2030, come indica l’UE, per garantire piena efficienza agli ecosistemi naturali, frenare la perdita di biodiversità e invertire gli effetti negativi dei cambiamenti climatici sul Pianeta.
“Attualmente la percentuale di territorio regionale protetto è ferma al 19,27% – spiega Antonio Nicoletti, responsabile Aree protette e Biodiversità di Legambiente – Di questa, l’81% è tutelato dai due parchi nazionali e il restante 19% da parchi e riserve regionali, mentre non risulta tutelato nemmeno un metro quadrato di mare lucano a fronte dei 35mila ettari perimetrati grazie alla Direttiva Habitat. Basterebbe trasformare queste aree Natura2000 sulle coste della Basilicata per aumentare del 6% la percentuale regionale protetta. Lo stesso risultato si potrebbe ottenere con l’avvio dell’Area marina protetta Costa di Maratea che, dopo 30 anni dalla prima legge istitutiva, aspetta ancora il completamento degli studi conoscitivi da parte di Ispra. Occorre prevedere idonei strumenti di tutela dell’intero reticolo fluviale regionale, a partire dal Fiume Noce in particolare, ma anche dei fiumi che sfociano sulla costa ionica prevedendo nuove zone umide costiere per favorire la tutela dell’avifauna e della fauna marine”.
Biodiversità >> dal 1970 continua il trend negativo per le acque interne. Le specie ittiche d’acqua dolce sono uno dei gruppi più a rischio fra tutti i vertebrati. Nel nostro Paese si evidenzia una situazione allarmante dello stato di conservazione delle specie di interesse comunitario legate agli ambienti acquatici: il 40% degli habitat acquatici e delle specie che vi abitano si trova in uno stato di conservazione “inadeguato”, il 19% “cattivo”, l’11% “sconosciuto” e solo il 29% “favorevole”.
“Oggi gli strumenti per mettere in campo una seria politica di recupero e di tutela dei fiumi, delle falde e delle acque ci sono – dichiara Valeria Tempone, direttrice di Legambiente Basilicata – serve la volontà politica di attuarli con un’azione di riqualificazione dei corsi d’acqua e rinaturalizzazione delle sponde diffusa su tutto il territorio regionale”.
Le proposte di Legambiente per la Basilicata
In linea con quanto previsto dalla Strategia Europea sulla Biodiversità per il 2030 (proteggere almeno il 30% delle aree marine e terrestri dell’Unione), l’associazione propone di:
- Superare la storica carenza di attività di monitoraggio finalizzate alla caratterizzazione qualitativa e quantitativa dei corpi idrici superficiali e sotterranei;
- Prestare maggiore attenzione alle attività agricole e agli scarichi industriali, migliorando e completando l’impiantistica del trattamento delle acque industriali e fermando i numerosi scarichi abusivi;
- Intervenire per realizzare la bonifica delle falde, dove risultano fortemente contaminate, con potenziali gravi ripercussioni sull’ambiente e sulla salute delle comunità locali (come in Val Basento);
- Applicare strumenti di partecipazione adeguati come i Contratti di Fiume.
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