Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta scritta da un collettivo di amici con la moglie Natalia di Alessandro Morricella, operaio di Martina Franca che perse la vita lo scorso 2015 per un incidente nell’AFO2 dell’impianto siderurgico dell’ILVA
“Sono passati quasi quattro anni da quel terribile giorno in cui abbiamo perso il nostro amico Alessandro Morricella. Una morte inaspettata, ingiusta, illogica: pochi secondi, una violenta fiammata, ghisa liquida e poi buio. Un buio che ha il sapore amaro e ferroso dell’Altoforno 2 dell’Ilva di Taranto, lo stabilimento siderurgico in cui ogni giorno Alessandro, da oltre 10 anni, timbrava il suo cartellino, nonostante l’impianto in cui lavorava doveva essere fermato nel 2012 per ordine della magistratura, assieme a tutta l’area a caldo.
Uno strappo, nelle nostre vite, doloroso come una ferita aperta: quattro anni alla ricerca di sollievo, quattro anni alla ricerca di cura, quattro anni di domande, di rabbia e frustrazione.
Forse ora è il momento giusto, per noi, amici di una vita di Alessandro, insieme a Natalia, sua compagna e moglie, di trasformare la memoria in impegno. Un impegno che ci ha spinti a far diventare la nostra storia, la nostra perdita, un pezzo di tante altre storie e altre perdite connesse all’inquinamento che, ogni giorno, i cittadini di Taranto vivono sulla loro pelle.
Ci siamo ritrovati ad ascoltare storie di ex operai dell’Ilva, di mamme che vivono ai Tamburi, di semplici cittadini che da anni lavorano per costruire un’alternativa sostenibile con la vita e l’ambiente e così, naturalmente, da semplici amici uniti dal dolore ci siamo trasformati nel collettivo “Morricella sempre con noi”.
Un collettivo che tra i suoi primi obiettivi si è posto quello di informare e rompere quel silenzio sulla “questione Ilva” particolarmente presente nella nostra città, Martina Franca. Noi pensiamo, invece, che non solo quei 27 km che ci dividono dallo stabilimento siderurgico non ci salveranno, ma che abbiamo il dovere morale e civile di accendere una riflessione sulla dicotomia “Lavoro o Salute?” che da troppi anni stritola la città di Taranto, di pensare a nuovi paradigmi energetici e produttivi, per il diritto alla giustizia climatica, per un futuro sostenibile che rimetta al centro i diritti.
Da qui il primo incontro pubblico “ILVA. La vedo, ne sento, ne parlo”, organizzato per venerdì 5 aprile, alle ore 19.00, presso la Sala della Chiesa di Cristo Re di Martina Franca. Tanti e diversi gli apporti, ciascuno contenente una visione o uno spaccato di Taranto, dall’analisi clinica della genesi della diossina a Taranto al progetto comunitario “Piano Taranto”, dal racconto della quotidianità durante un “Wind Day” alla testimonianza su cosa significhi lavorare nello stabilimento siderurgico.
Questi gli interventi previsti: Alessandro Marescotti, presidente Peacelink, Raffaele Cataldi del Comitato Liberi e Pensanti, Celeste Fortunato, Tamburi Combattenti, Massimo Ruggieri, Presidente Giustizia per Taranto, Gianfranco Orbello, medico “Taranto Respira”. Modera Luca Contrario di Giustizia per Taranto.
Un incontro che riteniamo necessario e che pensiamo possa servire per attingere nuova forza, coraggio e ispirazione.
È il nostro modo per ricordare Alessandro. “
Collettivo
Morricella sempre con noi
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