Inaugurazione della Mostra di Marisa Zattini “Alberi, eretici | ermetici”

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Domenica 3 novembre, alle ore 11.00, a Matera – Capitale Europea della Cultura 2019 – nell’affascinante centro per la cultura e la creatività di CASA CAVA, ricavato negli spazi sotterranei di una ex cava di tufo nel Sasso Barisano, si terrà l’inaugurazione della mostra di MARISA ZATTINI ALBERI eretici /ermetici, alla presenza dell’Artista e del Direttore Franco Braia, Responsabile di QUADRUM Srl. Questa installazione va all’origine del mondo. Essa riflette sul tema Uomo/Natura proseguendo nel solco della ricerca già da tempo avviato dall’artista, ma con modalità completamente nuove. Ventidue Alberi a formare un bosco significante per un attraversamento misterioso al nero, in nigredo, che riflette nella verticalità dei tronchi fossili l’ideale collegamento fra la terra e il cielo. Il ritorno è spaesante: si scoprono gli alberi dimidiati verticalmente e nel nero del loro incavo, nel cuore della loro scorza-corteccia la luce dorata delle lettere dell’alfabeto ebraico, in albedo. Una doppia fruizione: nell’andare il nero della notte e nel tornare l’oro della conoscenza e della rinascita. Un passaggio che è dunque attraversamento sinestetico, grazie anche alla composizione sonora site specific, “Dalla lettera”, composta da Giovanni Ciucci che favorisce il raccoglimento armonico fra anime differenti.

Scrive Janus nel suo testo critico in catalogo: «[…] di fronte a queste nuove opere di Marisa Zattini dobbiamo porci nuovi problemi. È una materia aggrovigliata, ma alla fine l’artista fa sempre di testa sua. Intravede un’altra dimensione che non è solo estetica e che non sempre corrisponde alle leggi della scienza, anche se la scienza fin dall’inizio ha dato un grande contributo allo sviluppo dell’arte, ha fornito all’artista i materiali di cui aveva bisogno  per scolpire e per dipingere ed i pigmenti sempre più perfezionati, ma poi è l’artista che plasma la materia e distende i colori sulla tela o crea nuove forme. […] L’artista parte sempre da un’intuizione e questa intuizione deve poi diventare reale. Estrarre dalla materia il tronco di un albero, moltiplicarlo per 22 e collocarli in uno spazio artificiale, che non è quello della natura, è un’altra operazione mentale, una gnosi metafisica, significa che l’intuizione ha ragioni che la materia non ha, è una sfida che si insinua nel meccanismo della creazione, è il tentativo di creare un proprio spazio filosofico, stabilisce le proprie leggi dell’estetica che sovvertono quelle della scienza naturale: il tutto va visto e interpretato secondo una dimensione epistemologica per ritornare alle origini ed iniziare un nuovo ciclo nel processo della vita. Evidentemente Marisa Zattini si è domandata: prendiamo questo oggetto (anche l’albero è un oggetto-icona trasferito nella dimensione estetica) e vediamo fin dove è capace di andare. […] Naturalmente è un ordine esclusivamente suo, come se Marisa Zattini si ponesse di nuovo il problema della responsabilità umana, la ricerca di una ragione spirituale più perturbante, più inquieta ed anche in contraddizione con la materia stessa, in questo caso proponendo una serie di tronchi d’albero che respirano per proprio conto, che aspirano ad una nuova vita, che pensano in maniera del tutto personale […]».

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