La maggioranza di centrodestra piange sull’acqua versata

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La confusione del consigliere regionale Galella è la plastica rappresentazione dell’imbarazzo di questo governo regionale.

Se, da un lato, il consigliere potentino racconta una Basilicata fatata e che non conosce crisi, anche grazie al suo precedente lavoro di assessore; dall’altro, pochi giorni fa, lo stesso consigliere si accorge del fatto che un terzo della regione è senza acqua e chiede alla maggioranza di cui fa parte un consiglio regionale straordinario sulla crisi idrica.

Cioè, dopo circa sei mesi di importanti disservizi, il centrodestra regionale si accorge che la regione il cui bene più prezioso è l’acqua è, letteralmente, senz’acqua. E l’unico atto che il governo di centrodestra riesce a varare è quello di nominare Bardi commissario per l’emergenza idrica. Siamo al grottesco: il generale eletto presidente viene nominato commissario per gestire un’emergenza. La domanda è: servono più titoli o è una questione di capacità di governare una Regione con tutte le sue criticità?

Il fatto è che, da sei mesi circa, un terzo dei lucani è senz’acqua, le attività commerciali lavorano a scartamento ridotto e le attività alberghiere e ricettive sono sul lastrico.

Dopo mesi di emergenza idrica, con 29 comuni e più di 140.000 cittadini lucani i cui rubinetti sono quotidianamente a secco, dopo le numerose istanze delle parti politiche e sociali, volte a chiedere alla Regione Basilicata interventi urgenti e straordinari, oggi il Presidente Bardi, nelle vesti di neocommissario designato dal Governo per l’emergenza idrica (finora, peraltro, non gestita nelle vesti di massimo esponente del governo regionale), presenta finalmente il piano predisposto per affrontare una situazione diventata ormai insostenibile.

Non sono mancate le accuse di strumentalizzazione rivolte a quanti, come le forze di opposizione, da tempo ed esercitando legittimamente il proprio ruolo politico, hanno cercato di interloquire con il governo regionale per evidenziare la necessità di interventi urgenti durante la stagione di massima siccità, in modo costruttivo e certamente non strumentale, scontrandosi con un muro di indisponibilità al confronto.

Peccato che i mesi estivi siano trascorsi tra i disagi dei cittadini e dei sindaci, costretti prima a fare ordinanze di razionamento del consumo di acqua, poi a subire interruzioni improvvise e mal gestite da Acquedotto Lucano, e l’unico intervento di Bardi che ricordiamo ha sortito l’effetto di ottenere dalla Puglia poco più di 2 milioni di metri cubi di acqua per uso irriguo a fronte dei 4,5 milioni richiesti e necessari a mettere in sicurezza le colture. Non una parola sull’inefficienza della gestione della risorsa idrica da parte di Acquedotto Lucano, nulla sulle gravi carenze infrastrutturali degli invasi.

E’ passato quasi un anno  dall’apertura ai privati nella gestione delle risorse idriche con “Acque del Sud SpA” e, mentre i volumi di acqua negli invasi lucani calavano inesorabilmente, all’approssimarsi del 30 novembre, data in cui la disponibilità idrica del Camastra sarà definitivamente esaurita, constatato che sperare nelle piogge autunnali non sarebbe servito a niente, viene oggi presentato un piano di emergenza che ha come orizzonte temporale la fine di quest’anno e servirà soltanto a tamponare l’emergenza ed evitare “ulteriori restrizioni”, ovvero scongiurare la chiusura definitiva dei rubinetti di mezza Basilicata.

Ci auguriamo che gli interventi oggi annunciati siano realizzati nelle tempistiche indicate, sulle quali vigileremo con attenzione, così come chiediamo che vengano ristorati tutti gli utenti e le imprese danneggiati dalle interruzioni idriche.

Naturalmente, da questa maggioranza non si accetteranno lacrime sull’acqua versata.

Viviana Verri, Alessia Araneo (Consigliere regionali M5S Basilicata)

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