di Michele Selvaggi
La nostra storia. Come fu vissuto a Pisticci quello storico 8 settembre del 1943 e giorni successivi? Sono trascorsi esattamente 80 anni da quella data, che tanti non ricordano o perché non ancora nati o che l’hanno dimenticata. Da qualche settimana il regime era stato spazzato via nella seduta del Gran Consiglio del 25 luglio, che decretò la sfiducia a Mussolini, il suo arresto e il trasferimento sul Gran Sasso, poi liberato dai tedeschi. A Pisticci quella importante notizia era stata resa pubblica attraverso le pochissime radio esistenti in città, tra cui quelle, in Terravecchia, dell’Arciprete Don Vincenzo Di Giulio e l’altra di tale Domenico Passarella, operaio di grande intelligenza, che abitava nei pressi del Castello. I noti gerarchi della città, in quei mesi erano ancora al fronte e, tutto sommato, il cambiamento di quei giorni non fu accompagnato da clamorose manifestazioni. Il popolo, naturalmente, rimase calmo, preoccupato per la piega che la guerra stava prendendo, atteso il momento particolare, con grande carestia di tutto. Si arrivò così all’8 settembre, il giorno dell’armistizio che, tanti, scambiarono con la fine della guerra. Mera illusione! Come quella di un drappello di giovani soldati tedeschi di stanza a Pisticci da circa un mese, con pullman militare e altri mezzi, ubicati in Terravecchia, proprio sotto casa mia, che quella sera festeggiarono senza capire quale fosse il vero senso di quell’armistizio. Ma fu proprio nei giorni seguenti, che il nostro territorio fu oggetto di un episodio clamoroso, con la morte di tre militari tedeschi in seguito allo scoppio di una mina in località Varre, cosa che comunque evitò uno scontro armato violento con la popolazione pisticcese pronta a difendersi. Sono appunto, i ricordi settembrini di quel fatidico anno, caratterizzato da questa vicenda mai dimenticata da chi l’ha vissuta. Ci fu una vera e propria difesa che la città aveva organizzata per contrastare l’arrivo di una colonna di mezzi militari tedeschi, in ritirata verso il nord, dopo lo sbarco alleato in Sicilia. Come ci ricorda lo storico prof. Giuseppe Coniglio nel suo preciso lavoro “ La colonia confinaria di Pisticci”, un mezzo pesante di quella colonna, diretto a Pisticci, saltò in aria causando la morte di tre militari. I tedeschi, impossibilitati ormai a proseguire, tornarono indietro e raggiunsero Corleto dove poi sarebbero stati annientati dall’ artiglieria canadese. “ Quella sera – spiega Coniglio – tutta Pisticci armata di fucili da caccia , pistole, coltelli, bastoni, zappe, era pronta a sfidare le truppe tedesche in ritirata, fuori le mura della città. Una mobilitazione generale insomma. Quello scoppio fuori dell’abitato però, cambiò i piani degli invasori e Pisticci così poté tirare un sospiro di sollievo per lo scampato pericolo. Un episodio che sicuramente risparmiò la nostra città da uno scontro armato e forse da una strage”. L’altro episodio, che forse pochi ricordano, ci spiega che appena dopo l’ 8 settembre 1943, dopo una permanenza di circa un mese, ci fu la partenza da Pisticci di quel presidio di soldati tedeschi accampati nel rione Terravecchia, dove esisteva anche un drappello di militari italiani alloggiati al Palazzo De Franchi. Giovani tutti di una straordinaria educazione e rispetto dell’altrui persona, ma anche pieni di una bontà e generosità come dimostrarono i piccoli aiuti ad alcune famiglie bisognose del rione. Ebbene, per tutto questo periodo quei mezzi militari parcheggiati, rimasero li, guardati a vista da una trentina di soldati germanici che nel frattempo ebbero modo di familiarizzare con la gente del posto. Non uno sgarbo o parola di troppo, ma rispetto per persone e famiglie del rione in cui, giorno dopo giorno, si cercò di voler scoprire a fondo anche i nostri usi e costumi, non esclusa la conoscenza di nostra cucina che, per i tempi magri che si attraversavano, aveva ben poco da offrire. Ma quel poco e quel tanto bastava per far assaporare le nostre specialità a quei giovani soldati tedeschi che sicuramente, per chi ebbe la fortuna di ritornare in patria, ne fece buon uso delle nostre ricette. Quei militari abbandonarono Pisticci dopo l’8 settembre, lasciando in loro stessi e in quella parte della popolazione di Terravecchia che li aveva ospitati, parecchio rammarico. Non sappiamo quale fu la loro sorte. E’ certo però che, al di là di quelle che erano le contrapposizioni belliche del momento, quei giovani stranieri che nulla avevano a che fare con le “SS” e altre sigle tedesche, lasciarono qui un buon ricordo che, chi ha una certa età ed ha vissuto quelle vicende, non potrà mai dimenticare. Altro episodio successivo all’8 Settembre, fu il tiro al bersaglio sul quadrante del grande Orologio di Piazza Umberto, da parte di militari inglesi. Ma dello episodio parleremo nei prossimi giorni.
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