“La ‘Buona scuola’ nei fatti ha determinato terribili ingiustizie e non ha risolto la piaga storica del precariato. Insegnanti dopo anni di insegnamento e titoli di abilitazione sono stati costretti ad emigrare in sedi distanti migliaia di chilometri dalle loro residenze. Profili di sostanziale ingiustizia che ha colpito in concreto la vita di migliaia di persone”. Lo ha dichiarato l’on. Cosimo Latronico (Cor) a margine dell’incontro su “precariato e Buona Scuola”, organizzato a Roma, presso la sala stampa della Camera dei Deputati, al quale hanno preso parte anche Filomena Pinca e Maria Nunzia Urso, rispettivamente vice presidente e referente del “Comitato 8000Esiliati FaseB Gae”, Alberto Lucarelli, ordinario di Diritto Costituzionale dell’Università di Napoli Federico II e Leo Alagna, sociologo dell’Osservatorio Diritti Scuola “E’ stata l’ennesima occasione – ha continuato Latronico – per denunciare dei disagi e gli effetti della recente riforma del sistema dell’istruzione, soprattutto per ciò che concerne la situazione dei docenti di sostegno, ma anche un confronto e un approfondimento sui possibili interventi migliorativi. Gli organici anche nel Sud non sono stati coperti ed intanto migliaia di insegnanti sono dovuti emigrare. Da parte nostra continueremo a sostenere l’impegno del ‘Comitato 8000Esiliati FaseB Gae’, in sede parlamentare con apposite iniziative legislative che correggano le storture della buona scuola”. Nel corso dell’incontro il “Comitato 8000Esiliati FaseB Gae”, costituto da docenti assunti in ruolo nel settembre 2015 con la fase B del piano straordinario di assunzioni della legge 107/2015 cosiddetta “Buona scuola”, provenienti dalle graduatorie ad esaurimento provinciali, ha illustrato le “numerose situazioni inique causate dalla riforma, a causa delle quali i cosiddetti ‘precari storici’ sono stati catapultati fuori dalla provincia e dalla regione, anche a migliaia di chilometri dalla propria residenza, mentre le ‘giovani leve’ sono state assegnate sui posti che spettavano loro per posizione, sovvertendo l’ordine meritocratico delle graduatorie”.
Roma 3 novembre 2016
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