Legambiente

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Legambiente è un’associazione ambientalista italiana erede dei primi nuclei ecologisti e del movimento antinucleare che si sviluppò in Italia e in tutto il mondo occidentale nella seconda metà degli anni settanta. Nata nel 1980 nell’ambito dell’ARCI, da cui si è successivamente resa autonoma, era conosciuta inizialmente come Lega per l’Ambiente, ma nel 1992, nel corso del IV Congresso nazionale tenutosi a Parma, ha modificato il nome in Legambiente per evitare confusione con altri movimenti.

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Generalità

Alcuni degli elementi principali che caratterizzano l’associazione:

L’ambizione di “pensare globalmente, agire localmente”,[1] cioè di intrecciare la questione ambientale con le necessità e le aspirazioni dei cittadini in carne e ossa e con i problemi specifici della società italiana;
L’ambientalismo scientifico, cioè la scelta di fondare ogni iniziativa per la difesa dell’ambiente su una solida base scientifica e di accompagnare tutti i “no” con l’indicazione di alternative concrete, realistiche, praticabili;
Un’attenzione prioritaria ai problemi legati al degrado ambientale ed urbanistico delle città e al nesso tra economia e ambiente;
Un interesse costante per i temi dell’educazione e della formazione dei cittadini;
Un approccio originale ed innovativo alle questioni legate alla conservazione della natura e alla politica delle aree protette, ispirato all’obiettivo di fare di parchi, oasi, riserve i primi laboratori di uno sviluppo economico e turistico equilibrato e sostenibile.[2]

Tutto questo ha fatto in modo che Legambiente diventasse l’organizzazione ambientalista italiana più diffusa sul territorio: oltre 115 000 tra soci e sostenitori, 1 000 gruppi locali, 30 000 classi che partecipano a programmi di educazione ambientale, più di 3 000 giovani che ogni anno partecipano ai campi di volontariato, oltre 60 aree naturali gestite direttamente o in collaborazione con altre realtà locali.

Legambiente è riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare come associazione di interesse ambientale; fa parte dell’Ufficio Europeo dell’Ambiente, l’organismo che raccoglie tutte le principali associazioni ambientaliste europee e dell’International Union for Conservation of Nature. È riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri come ONG di sviluppo.[3]
Attività
Manifestazione antinucleare Roma 10 maggio 1986

In oltre quarant’anni di attività Legambiente ha organizzato campagne itineranti di monitoraggio della qualità ambientale lungo le coste e nelle città, come Goletta Verde, Goletta dei Laghi, Treno Verde e altre; attività di volontariato Spiagge pulite e Puliamo il Mondo, edizione italiana di Clean Up the World, la giornata mondiale di pulizia di parchi, aree urbane, aree fluviali di cui Legambiente è dal 1994 l’organizzatore per l’Italia.[4]

Ha promosso e fatto crescere la mobilitazione contro lo smog e i referendum del 1987 e del 2011 contro il nucleare, ha combattuto contro l’abusivismo edilizio e alzato il velo sulle discariche abusive di rifiuti e sull’azione delle ecomafie, con un rapporto annuale sugli illeciti ambientali connessi alle attività delle organizzazioni criminali; promuove inoltre l’utilizzo di energie alternative e rinnovabili, il risparmio energetico, la salvaguardia delle aree protette, la lotta al traffico illegale dei rifiuti. Ogni anno elabora un’accurata analisi sulla situazione dell’ambiente in Italia (Ambiente Italia).
Dibattito sulle migrazioni con Legambiente, ARCI, SOS Med e Caritas a Festambiente Mediterraneo. Palermo, Sicilia, settembre 2016.[5][6]

Dal 2004 Legambiente organizza inoltre Voler Bene all’Italia, un’iniziativa per la tutela e la valorizzazione della Piccola Grande Italia, ovvero i Comuni con meno di 5 000 abitanti che rappresentano una parte importante del patrimonio storico e culturale italiano, in molti casi si tratta infatti di piccoli comuni solo in relazione al numero di abitanti, che si trovano però a gestire territori molto vasti, ricchi di aree di pregio dal punto di vista storico, culturale e naturalistico, come ad esempio beni culturali (musei, chiese, castelli e palazzi storici) parchi e aree naturali, percorsi escursionistici o luoghi di interesse archeologico.[7][8]

Legambiente è l’organizzatrice di Festambiente, festival che dal 1989 a Ripescia (Grosseto) mette in mostra i risultati delle campagne nazionali dell’associazione, tra i più popolari eventi europei dedicati all’ecologia e alla sostenibilità, con oltre 80 000 visitatori ogni anno.[9] Oltre alla storica festa in Maremma, oggi Festambiente è una vera e propria rete con oltre 30 eventi in tutta Italia.[10]

L’associazione pubblica inoltre il mensile La Nuova Ecologia.[11]
Le origini: la mobilitazione contro il nucleare

L’occasione che fece dell’ecologismo un vero e proprio movimento politico fu senza dubbio la battaglia antinucleare. Tra il 1975 e il 1976, a due anni dalla crisi petrolifera del 1973 che per la prima volta aveva reso concreta la possibilità che il petrolio diventasse improvvisamente una risorsa scarsa, venne varato il nuovo Piano Energetico Nazionale che prevedeva la costruzione di 20 nuovi impianti nucleari, che dovevano aggiungersi alle tre piccole centrali già in funzione di Latina, del Garigliano e di Trino Vercellese.

All’inizio degli anni ’70 la grande maggioranza dell’opinione pubblica era favorevole a imboccare questa strada.

Nel ’76 tutti noi fisici di sinistra eravamo favorevoli al nucleare – ricorda Gianni Mattioli, all’epoca esponente del Comitato per il Controllo delle Scelte Energetiche – ritenevamo anzi che il ritardo italiano in questo campo fosse uno dei prezzi pagati dal nostro Paese alla divisione internazionale del lavoro, che aveva portato allo smantellamento del settore delle grandi macchine elettroniche. Una sera dell’autunno ’76, alla fine di una riunione convocata per mettere a punto la posizione di Democrazia Proletaria insieme a Massimo Scalia e a Paolo Degli Espinosa, un tecnico del Cnen, Paolo ci disse “Me ne vado a letto, domattina presto devo andare a convincere i contadini di Montalto di Castro che la centrale è una buona cosa”.
Tornato da quell’incontro aveva perso molto del suo ottimismo filosofico. “La popolazione di Montalto – ci raccontò – quel reattore proprio non lo vuole, credo ci siano dei problemi sanitari”.
Da allora, per alcune settimane ci buttammo a studiare decine di documenti sul tema e ci accorgemmo che i dubbi dei contadini di Montalto erano condivisi da fior di medici e di biologi. Fu così che maturammo la nostra scelta contro l’atomo.

La centrale di Three Mile Island

Un altro anno importante per il movimento antinucleare e tutto l’ambientalismo italiano fu il 1979. Il 28 marzo si verificò un incidente nella centrale nucleare di Three Mile Island: il primo grande incidente nucleare della storia. Malgrado non si registrassero significative fughe di radioattività nell’ambiente, si trattò di un incidente grave, che danneggiò seriamente il secondo reattore, attivo da appena 13 mesi: fu infatti necessario un mese di ansie e attese per riportare definitivamente sotto controllo e spegnere il reattore; l’unità coinvolta subì una parziale fusione nel nucleo e non tornò mai più in esercizio. L’opinione pubblica di tutto il mondo verificò per la prima volta che il rischio di incidenti dalle conseguenze incontrollabili era una realtà. Meno di due mesi dopo, il 19 maggio, oltre 20 000 persone parteciparono a Roma a una manifestazione antinucleare promossa dal Comitato per il Controllo delle Scelte Energetiche: fu il segno che la mobilitazione nata a Montalto di Castro aveva ormai messo radici.

Negli stessi mesi, all’interno dell’ARCI, struttura che riuniva l’associazionismo di sinistra, si creò il primo nucleo della Lega per l’Ambiente che assumerà poi una prima struttura organizzativa nella primavera del 1980 con Maurizio Sacconi e Chicco Testa:

“Le prime iniziative che organizzammo erano di divulgazione, ricordo un ciclo di proiezioni nei circoli ARCI di un bel film di Jacques Cousteau. Ma il passaggio fondamentale per il futuro della Lega per l’Ambiente fu l’incontro con il movimento antinucleare e in particolare con il Comitato per il Controllo delle Scelte Energetiche. Era prevista per maggio una manifestazione a Montalto di Castro e nelle riunioni per prepararla feci amicizia con un giovane studente di fisica del Comitato, Ermete Realacci: gli chiesi di venire a coordinare il Comitato Scientifico della Lega per l’Ambiente, anche Mattioli e Scalia entrarono nell’associazione e così cominciammo a costruire un nuovo tipo di ambientalismo, molto diverso da quello naturalistico e conservazionista di WWF e Italia Nostra. Un ambientalismo attento soprattutto ai problemi legati all’industrializzazione”.

Già dai primi anni, la Lega per l’Ambiente si allontanò rapidamente dal modello di associazione culturale e ricreativa “collaterale” ai partiti di sinistra, caratteristico dell’Arci, finché nel 1986, nel secondo congresso tenutosi a Perugia, si distaccò dall’Arci per diventare a tutti gli effetti un’associazione autonoma.[12]

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