Quel giorno è un fermoimmagine continuo impresso nelle menti di molti lucani, campani e pugliesi. Ci si ricorda il prima, una Domenica primaverile in pieno autunno, in cui era in programma Inter-Juve. Il grande dramma inizia con la paura, le prime notizie, l’apprensione dei famigliari sparsi in tutta Italia, la prima notte per strada. Quella notte avrebbe cambiato tanti destini. In un certo senso ha cambiato anche alcuni approcci scientifici e istituzionali. Quella notte l’Italia risultó anche impreparata nel capire la gravità dell’evento. Rimbalza alla memoria l’articolo del Mattino “FATE PRESTO” , il monito del Presidente della Repubblica Sandro Pertini del 25 Novembre e l’arrivo di Papa Giovanni Paolo II nelle aree colpite. Solo alcuni giorni dopo, mentre i comuni colpiti dell’Irpinia scavavano a mani nude e contavano i morti, si capì che si era trattato del Terremoto di magnitudo più forte registrato nel territorio Italiano nell’800 e 900. 6.9 della scala Richter. Il bilancio era come quello di una una guerra, 2914 morti, interi centri dell’appennino centrale rasi al suolo. Si era capito che serviva un approccio diverso. Il terremoto del 23 Novembre è stato anche la scintilla, grazie a Zamberletti, che ha portato alla nascita della Protezione Civile. Si era capito che serviva un corpo ad hoc (corsivo) preparato a fronteggiare le emergenze di eventi naturali come Terremoti, Alluvioni e Frane. Si è capito che le abitazioni dovevano rispettare alcuni criteri di progettazione come il Rischio sismico, perché l’Italia, non dimentichiamolo mai, per buona parte è a rischio simico e a rischio idrogeologico. Legambiente Pisticci a 40 anni dall’evento, vuole ricordare quel 23 Novembre molto importante per la storia dell’Italia. Soprattutto, si vuole focalizzare l’attenzione in particolare sui piani della Protezione Civile. Ricordiamo, un piano di protezione civile è l’insieme delle procedure operative di intervento per fronteggiare una qualsiasi calamità attesa in un determinato territorio. Il piano di protezione civile recepisce il programma di previsione e prevenzione ed è lo strumento che consente alle autorità di predisporre e coordinare gli interventi di soccorso a tutela della popolazione e dei beni in un’area a rischio. Tale strumento ha l’obiettivo di garantire, con ogni mezzo, il mantenimento del livello di vita ”civile” messo in crisi da una situazione che comporta gravi disagi fisici e psicologici. Informare e far conoscere ai cittadini il piano comunale della protezione civile, installando anche l’apposita segnaletica, è fondamentale per la preparazione ad eventuali calamità naturali. Legambiente vuole ricordare tale esperienza per cercare di non commettere gravi errori di gestione che tutt’ora purtroppo, paghiamo e spesso hanno impedito sviluppi intelligenti. Il terremoto del 1980 è una sorta di strada maestra, ci ricorda di rispettare il territorio nella sua fragilità e vulnerabilità. Ci ricorda di costruire rispettando i criteri di costruzione con le sue Norme Tecniche e soprattutto ci ricorda la presenza attuale di aiuti per mettere in sicurezza le nostre abitazioni con il “Sisma Bonus”. Dal 1° gennaio 2017, infatti, l’agevolazione fiscale può essere usufruita per interventi realizzati su tutti gli immobili ad uso abitativo, non solo l’abitazione principale, e immobili adibiti ad attività produttive, ubicati in zone sismiche 1, 2 e 3. Pisticci, secondo la classificazione sismica aggiornata nel 2015, cade nella zona 2. Sono queste misure che devono permettere di farci convivere con il rischio geologico e di non abbandonare aree e radici.
Legambiente Pisticci
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