MARRESE: IL CENTRODESTRA HA DISTRUTTO IL SISTEMA SANITARIO. IL 28% DEI LUCANI VA FUORI REGIONE PER UN RICOVERO ORDINARIO

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Una Regione che si rispetti ha il dovere di creare una politica sanitaria equa e sostenibile. La maggioranza di centrodestra guidata da Vito Bardi, invece, è riuscita nell’impresa di creare molteplici criticità nel sistema regionale senza risparmiare nessun settore, della sanità accreditata e convenzionata a quella pubblica, dagli ospedali, alcuni dei quali sono stati letteralmente svuotati di competenze e funzioni, per non parlare del tasso di emigrazione sanitaria schizzato a livelli mai visti. 

Il recente rapporto “Ospedali&Salute” del Censis, infatti, certifica che la Basilicata è seconda a livello nazionale per il tasso di emigrazione sanitaria: il 28% dei lucani preferisce curarsi in un’altra regione, a fronte di una media nazionale dell’8.3 e dell’11.1 nel Mezzogiorno. Aumenta anche il numero di coloro che bypassano il SSN per rivolgersi alle strutture a pagamento. Per tutto questo dobbiamo “ringraziare” Bardi e soci, che poco o nulla hanno fatto anche per la riabilitazione estensiva, la specialistica ambulatoriale e, in generale, per il settore della sanità accreditata e convenzionata.

Bardi e i suoi alleati hanno saputo realizzare una diseguaglianza tra cittadini della stessa regione pur avendo sbandierato ai quattro venti nella relazione programmatica del 2019 una serie di obiettivi strategici non solo rimasti lettera morta, ma neanche mai affrontati.

La sanità non è un optional ma è un diritto sancito dalla Costituzione che il centrodestra non ha saputo garantire ai cittadini lucani: è tempo di invertire la tendenza mettendo al centro dell’azione la persona: lavoreremo in sinergia con gli attori della sanità per riportare il sistema sanitario regionale non solo nella condizione di assicurare la cura della salute a tutti, ma di farlo nelle strutture regionali.

Il nostro obiettivo è tenere fede alle linee guida del sistema sanitario nazionale, rispettando principi come universalismo, uguaglianza e dignità.

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