Ha preso il via con una intensa due giorni di laboratori e conversazioni pubbliche “Movimento Libero”, il progetto di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 che affronta il tema dell’accessibilità dal punto di vista della produzione artistica. Non si tratta quindi di affrontare la disabilità come svantaggio ma accettarne la sfida creativa. Rappresentare le diverse abilità che i corpi possono mettere in campo diventa così un’opportunità espressiva. Il progetto è una co-produzione di British Council, l’ente culturale britannico, e Fondazione Matera-Basilicata 2019 e si avvale di un robusto panel di partner: l’Oriente Occidente Dance Festival di Rovereto, IAC Centro Arti Integrate, UniBas – Corso di Architettura, Comune di Matera, Lenz Fondazione di Parma.
“Siamo partiti dall’inclusività – ha raccontato Anna Consolati, responsabile dell’Organizzazione e di progetti europei di Oriente Occidente – ma oggi siamo approdati a una visione esclusivamente artistica. Noi non facciamo riabilitazione, socialità, recupero. Noi lavoriamo sull’estetica dei corpi: i nostri danzatori sono atleti che producono performance di qualità dentro le loro diverse abilità e quindi non c’è nessun margine per un approccio pietistico”.
“I Sassi sono ostili anche per le persone abili”, ha ricordato Rossella Tarantino, manager Sviluppo e Relazioni della Fondazione Matera Basilicata 2019. “I Sassi – ha spiegato ai partecipanti al talk su “Architettura e città antiche: come renderle accessibili” – non sono un monumento ma un luogo abitato da migliaia di anni e sono stati gradualmente adattati alle esigenze della civiltà contadina. Oggi le esigenze sono cambiate e le persone che li abitano stanno imparando a sviluppare forme di solidarietà per affrontare un habitat difficile”.
In relazione agli spazi disponibili Open Design School ha organizzato con “DisOrdinary Architecture project”, un laboratorio per promuovere una rilettura critica dei luoghi e delle strutture dedicate alle arti performative in città. A un primo giorno che ha messo in discussione il paradigma dell’accessibilità ha fatto seguito il lavoro sul campo: l’intervento su uno spazio urbano abbandonato, l’ex aula del Consiglio comunale allestita in un’ala del centro commerciale “Il Circo” per restituirlo alla fruizione pubblica. Architetti e designer si sono divisi in tre gruppi di lavoro, per riflettere sulle diverse esigenze dei fruitori e dei loro spazi. E quindi palco e camerino, platea, recupero e valorizzazione dell’intero complesso.
E così il laboratorio ha messo capo a un impegno preciso: lo spettacolo conclusivo del percorso creativo di Movimento libero, in programma il 19 ottobre con la StopGap Dance Company, avrà luogo proprio presso il Circo.
In estate, invece, ci sarà la tappa intermedia del percorso, con cinque giorni di laboratori di danza alla scuola Pascoli, aperti a cittadini con diverse abilità. L’attività sarà curata da artisti della compagnia britannica e rientrerà nel quadro di “Nessuno resti fuori”, il festival organizzato dallo IAC.
Concluderà questa fase una presentazione del lavoro svolto al quartiere Spine Bianche.
“E’ un progetto di due anni – spiega Alison Driver, direttore artistico del British Council – e noi partecipiamo a tutte le fasi del percorso. Sia alla riflessione sugli spazi, con il contributo di Jos Boys e del DisOrdinary Architecture Project, sia alla fase formativa e artistica, con i laboratori e lo spettacolo finale della StopGap Dance Company. Sono molte le sfumature della parola accessibilità, ma a me piace coniugarla in termini di libertà, di stralibertà. Io mi occupo di arte per il British Council. Siamo in Italia da oltre 70 anni e continueremo a sostenere progetti di scambio e collaborazione importanti come questo”.
Il secondo talk sul tema ha messo a confronto arti performative e disabilità nel Regno Unito e in Italia. A partire dai lavori e dalla testimonianza di Noemi Lakmaeier, un’artista visiva austriaca attiva a Londra, che, mettendo in scena il suo corpo, affronta il conflitto tra paura e libertà. A seguire gli interventi del Teatro Lenz di Parma, con la performer Monica Barone e la curatrice dei progetti didattici Elena Sorbi, e del Centro Arti Integrati IAC, con la responsabile dei laboratori teatrali Annamaria D’Adamo.
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