Circa 2 mila persone, soprattutto ragazzi e ragazze fra i 14 ed i 25 anni, fra le 17 e la mezzanotte di ieri hanno partecipato alla manifestazione Hud – Hip Hop Urban Diary organizzata dalla Fondazione Matera-Basilicata2019 con la direzione artistica di Paolo Irene, come ottava tappa di avvicinamento al 2019.
Non solo un progetto musicale, ma anche e soprattutto una piattaforma per valorizzare i giovani talenti locali e per esplorare i desideri, le aspettative, le conoscenze delle nuove generazioni in relazione a Matera Captiale europea della cultura per il 2019.
La manifestazione, organizzata nel Parco del boschetto intitolato a Papa Giovanni Paolo II, è iniziata nel primo pomeriggio con le attività di writers, breakers e skater che hanno presentato le loro capacità artistiche disegnando su appositi pannelli temporaneamente allestiti. A partire dalle ore 20 il palco ha cominciato ad animarsi con la musica di Black Drama, uno dei primi rapper della scena creativa materana che ha riscaldato l’ambiente a suon di rime affilate che parlano d’amore, di sport, di amicizia, di vita. Sul palco si sono alternati altri straordinari gruppi hip hop come gli Oversize Click con la loro evoluzione verso il moderno attraverso il trap, i Mulini a Vento, che hanno alternato pezzi in stile old school a note di elettronica, mescolando suoni funky e bassi profondi, e i Buzu Family con la loro perfetta sintesi fra vecchia e nuova scuola.Tutti gruppi di punta della scena locale dell’hip-hop con alcuni talenti che certamente continueranno a farsi apprezzare anche fuori i confini regionali. Come hanno confermato gli ospiti speciali della serata, Nayt, pseudonimo di William Mezzanotte (Isernia, classe 1994) e da 3D, suo produttore.
“Tutto è andato per il meglio. Grazie a questa opportunità – afferma Paolo Irene – alcuni talenti musicali materani hanno avuto la possibilità di esprimersi e farsi conoscere dalla comunità locale. Inoltre, molti di loro hanno acquisito, grazie a questa esperienza, nuove competenze che potranno essere molto utili al territorio anche dopo il 2019. Ora bisognerà portare queste piattaforme anche nei quartieri periferici della città perché tutti possano essere coinvolti in questo difficile, ma entusiasmante viaggio verso il 2019 e oltre. E gli artisti, presi dal grande entusiasmo, ci hanno aiutato la sera stessa a ripulire il boschetto rendendolo ancora più accogliente di come lo abbiamo trovato.”
Nel corso della giornata i volontari di Matera2019, attraverso una scheda con QrCode hanno fatto compilare un questionario ai partecipanti. Un centinaio di persone ha risposto ad alcune domande su quali fossero gli strumenti di comunicazione, i modelli di riferimento, i temi a cui si appassionano.
Alla manifestazione hanno partecipato, per il 41,9 percento ragazzi con età fra i 18 e i 25 anni, per il 27 percento, fra i 15 ed i 18 anni, per il 21 percento superiore ai 25 anni e per il 10 percento fra i 12 e i 15 anni.
Il 31 percento è arrivato da Matera, mentre il 12 percento dalla Basilicata e il 10 percento da fuori la Basilicata. Erano soprattutto studenti, universitari e dell’obbligo per l’80 percento e lavoratori, per il rimanente 20 percento. La maggior parte di loro, il 42 percento, partecipa a eventi del genere fra le 2 e le quattro volte all’anno mentre il 31 percento più di 6 volte l’anno.
Molti di loro non usano per niente twitter, mentre usano tutti i giorni Facebook e instagram.
Molto alto il grado di apprezzamento dell’evento, mentre la maggior parte degli intervistati ha messo fra i musicisti preferiti Fabri Fibra, Caparezza, Fedez e Jovanotti.
Gli spazi della città usati prevalentemente dai giovani intervistati sono il centro cittadino e il boschetto. Il passaparola funziona moltissimo come strumento di comunicazione, infatti circa la metà dei ragazzi ha detto di essere venuto a conoscenza dell’evento tramite amici e wapp.
“Sono molto soddisfatto dell’esito della serata – afferma il direttore generale, Paolo Verri – non solo per la qualità artistica espressa e per il coinvolgimento del numeroso pubblico, ma anche perché questo progetto, come altri che stiamo predisponendo, ci ha consentito di conoscere più da vicino questa generazione. E’ una fascia d’età, quella degli adolescenti, molto difficile da intercettare. E tuttavia ci interessa molto sapere i loro pensieri, conoscere la loro visione del mondo al fine di progettare meglio e insieme a loro il futuro della comunità, il futuro di questa generazione”.
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