Dopo la prima nazionale in Toscana, arriva in Puglia il nuovo lavoro teatrale con Gaetano Colella, Enrico Messina e Daria Paoletta. Lo spettacolo (ore 21) chiuderà la stagione di prosa del Teatro Comunale
Mercoledì 17 aprile andrà in scena a Ceglie Messapica la prima regionale assoluta di “Metamorfosi. Indistinto racconto”, l’ambiziosa produzione che arriva in Puglia dopo il fortunato debutto nazionale a Castelfiorentino dello scorso 21 marzo. Giunge così a conclusione un cammino iniziato due anni fa proprio nella cittadina della Valle d’Itria, quando Gaetano Colella, Enrico Messina e Daria Paoletta decisero di immergersi nel capolavoro letterario di Ovidio. Lo spettacolo, tra l’altro, chiuderà la stagione di prosa del Teatro Comunale cegliese, “abitato” dal 2008 proprio da ArmamaxaTeatro/PagineBiancheTeatro, la compagnia che ha prodotto la rivisitazione dell’opera del poeta latino.
Si tratta di un lavoro che ha letteralmente attraversato tutta la penisola: realizzato a Ceglie, ha trovato il sostegno di due Residenze Teatrali toscane (GialloMare di Empoli e Catalyst di Barberino di Mugello), che hanno ospitato alcuni periodi di prova, e quello del Festival Internazionale di Narrazione di Arzo. E soprattutto il contributo del pubblico che si è fatto carico di finanziare la ricerca e la produzione dello spettacolo attraverso un crowdfunding.
“Metamorfosi è un piccolo straordinario esempio di economia sostenibile – racconta Enrico Messina, regista e direttore artistico del Teatro Comunale di Ceglie Messapica – perché il nostro lavoro ha incontrato il sostegno concreto, attivo, dei nostri spettatori e di alcuni artisti che hanno voluto condividere il nostro percorso donandoci la loro arte preziosa. Così il pubblico è diventato il primo “finanziatore” di questo progetto. In un tempo in cui è davvero tanto difficile “stare al mondo del teatro” senza doversi piegare al giogo di vincoli e pastoie burocratiche, al compromesso dei bandi, alle logiche consunte, logore e asfittiche del mercato, la realizzazione di questo progetto testimonia, al contrario, che invece si può fare teatro scegliendo il tempo lungo della ricerca, del rischio, il tempo dell’incertezza. Quell’incertezza così preziosa che sola può consentire all’arte di rivelare quell’indistinto confine che separa il divino e l’umano”.
“Metamorfosi. Indistinto racconto” attraversa il testo di Ovidio con la libertà di “tradirlo” proprio nell’intento di narrarlo. L’amore di Aurora per Titone, la corsa di Fetonte sul carro del Sole, la discesa agli inferi di Orfeo, lo strazio di Atteone: ciascuna di queste storie è un universo colmo di spunti capaci di raccontare come gli archetipi del mito siano sempre vivi in ogni società e in ogni epoca e di come la metamorfosi sia uno degli elementi vitali ed essenziali del teatro e della vita stessa. Ascoltando le Metamorfosi mai si smette di stupirsi: ogni volta si rinnova il riconoscimento di sé nel racconto del mito, tanto Ovidio ci accoglie nella trama che tesse, e continuamente col racconto ci scuote e ci costringe a guardarci dentro. Il racconto è dunque una dimora che il narratore e lo spettatore si ritrovano a condividere ed è il luogo in cui l’esperienza del mito si compie proprio nella relazione fra narratore e spettatore. I linguaggi della narrazione e del teatro, qui, si confondono e si fanno strumenti l’uno dell’altro: la parola si fa carico di evocare le immagini in una visione scenica geometrica e insieme surreale, in cui i piani si sovrappongono, si confondono e si dilatano per tornare a ritrovare le proprie radici nella “figura” in gommapiuma di un vecchio uomo che, legato profondamente alla terra cui appartiene, diventa anima e motore di un racconto che non bisogna fare spegnere mai, come si fa col fuoco.
Metamorfosi. Indistinto racconto è un progetto di Gaetano Colella, Enrico Messina, Daria Paoletta. I testi sono a cura di Daria Paoletta ed Enrico Messina e la regia di Enrico Messina. Disegno luci Francesco Dignitoso, scene Paolo Baroni, costumi Lisa Serio, musica Mauro Francioso, scultura in gommapiuma Raffaele Scarimboli, sartoria Lucia Caliandro, foto di scena Marco Ghidelli, assistente di produzione Maria Assunta Salvatore.
L’appuntamento è per mercoledì 17 aprile, alle 21 (apertura porte ore 20.30), al Teatro Comunale di Ceglie Messapica.
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