Onorevole Ministro,
le scrivo in veste di portavoce dell’Unità di Crisi Sanitaria – Basilicata, comitato nato ad agosto del 2022, con l’obiettivo di denunciare e risolvere la grave crisi sanitaria che ha colpito pesantemente le strutture sanitarie accreditate lucane e, conseguentemente, i cittadini della nostra Regione che, a causa della mala gestio burocratica, hanno visto il loro diritto alla salute venire compromesso gravemente.
Nel corso di questa triste vicenda, da mesi e pressoché in modo continuativo al centro delle cronache dei principali mezzi d’informazione regionali e, recentemente anche nazionali, si sono palesati alcuni dei capitoli più bui del SSR lucano. Al momento a nulla sono servite le migliaia di firme raccolte dai cittadini, il sostegno dell’intero Consiglio Regionale (che più volte si è espresso all’unanimità sulla questione), così come le dichiarazioni basite degli onorevoli e dei senatori eletti in Basilicata; ma, soprattutto, la Giunta Regionale, in particolar modo il suo Presidente Vito Bardi e l’assessore Francesco Fanelli, sembrano essere completamente lontani e non in grado di gestire la situazione che, nel corso dei mesi (così come da noi previsto, dati alla mano, sin dall’inizio) è sempre più precipitata, contribuendo a peggiorare il quadro generale del SSR lucano che, attualmente, sta facendo acqua da tutte le parti e rischia di affondare.
Ma cosa ha generato questa situazione catastrofica? Un mix letale di mala burocrazia ed inadeguatezza istituzionale, ovvero: disorganizzazione diffusa;
mancato rispetto delle leggi e diritti negati; regno della cattiva gestione. Questa è la nostra analisi sintetica. Ed è per questo Signor Ministro che, nell’ascoltare la sua risposta all’interrogazione di Alleanza Verdi Sinistra del 12 aprile, ne abbiamo immediatamente apprezzato e condiviso i contenuti, commentandoli positivamente attraverso un nostro comunicato stampa accolto sulle principali testate regionali della carta stampata e digitale, nel tentativo di spronare ulteriormente la Giunta della nostra Regione.
Accogliamo pertanto con estremo favore le sue dichiarazioni – “Le lunghe attese e le rinunce dei cittadini sono il sintomo di un sistema che ha nelle sue cause la disorganizzazione ed è qui che interverremo.” – Ed è proprio l’intervento diretto del suo Ministero che noi auspichiamo ed invochiamo per poter risolvere una situazione che non ha eguali nella storia di questo SSR. È bene ricordare che sono centinaia di migliaia le prestazioni specialistiche inevase (dati che la stessa Regione aveva previsto nel proprio piano di recupero quasi totalmente inattuato), a fronte di una popolazione di poco più di mezzo milione di abitanti, senza contare poi, viste le liste di attesa (che dovremmo chiamare in modo più corretto “ritardi nelle diagnosi e nelle cure”) il numero imprecisato di cittadini che rinunciano addirittura a curarsi, viste le attese improponibili.
Ebbene, come stanno rispondendo le istituzioni locali, a fronte di questa situazione catastrofica che vede vanificare completamente gli sforzi dei tanti operatori che con enorme sacrificio si sono messi a disposizione per garantire il diritto alla salute dei cittadini (parliamo di operatori sanitari ed amministrativi, sia alle dirette dipendenze pubbliche che delle strutture in accreditamento) durante e dopo la pandemia? Come sta rispondendo la Giunta Regionale e i vertici degli uffici regionali ai cittadini, ai lavoratori, alle sollecitazioni del Consiglio Regionale, dei parlamentari nazionali, del Governo e del Ministero della Salute? Come stanno utilizzando gli ulteriori fondi messi a disposizione? La risposta è lapidaria: in nessun modo. Per questo le abbiamo scritto, non solo per esprimere il nostro apprezzamento sul suo lavoro, ma per richiedere un supplemento di attenzione e supporto da parte del suo ministero nei confronti della Regione Basilicata la cui attività istituzionale, in questo momento, è impaludata in modo “inaccettabile” in “ritardi, lungaggini e giri di parole”, una disorganizzazione diffusa le cui conseguenze stanno impattando in special modo sulle fasce più deboli della popolazione. Siamo certi che Lei, sia come Ministro che,
come medico, è perfettamente consapevole, avendo avuto modo al riguardo di dimostrare la sua sensibilità e competenza nel corso di tutta la sua vita professionale, che quando si affrontano questi temi non si sta parlando di meri
numeri, ma di persone in carne ed ossa la cui possibilità di salvarsi o meno dipende dalla tempestività di ricevere le adeguate cure. La Basilicata sta male, se l’ambulanza arriverà in ritardo non servirà più a nulla se non a constatare il decesso del nostro SSR. Ogni giorno ci sono persone le cui vite potrebbero essere salvate e le sofferenze alleviate, ma ciò non avviene a causa di una mala gestio del SSR. Sulla coscienza di chi peseranno queste gravi inadempienze?
Le strutture sanitarie accreditate della specialistica ambulatoriale, dapprima elogiate (dai pazienti e dalle istituzioni) per il duro lavoro svolto nel tempo della pandemia, stanno rischiando di fallire a causa della mala gestio regionale. Potrebbero continuare a contribuire ulteriormente, perché le risorse ci sono, a ridurre le liste di attesa. Invece il problema non viene affrontato se non a parole, e lo stato di confusione in cui versa la sanità lucana ha fatto sì che lo scorso anno venissero annullate all’improvviso decine di migliaia di prestazioni, lasciando allo sbando i pazienti e negando loro la continuità nelle cure, senza fornire un’alternativa, creando così inevitabilmente una crisi diffusa di tutto il SSR. Proposte concrete, basate su analisi approfondite di fattibilità sono state bellamente ignorate e quest’anno la situazione è ancora peggiore e continuerà a peggiorare. In molti casi è già troppo tardi e, oltre a servizi fondamentali, si perderanno centinaia di posti di lavoro. Questo è solo un tassello del disagio generale che sta vivendo la sanità lucana, un problema che si sarebbe potuto affrontare e risolvere rapidamente, che risolvendolo avrebbe avuto effetti immediatamente positivi su tutto il SSR, dando spazio a nuove energie per la gestione degli altri problemi ma, soprattutto, ed è la cosa che fa più rabbia, si sarebbero potute evitare tante sofferenze alle numerose persone a cui è stato negato, e si sta continuando a negare, il diritto alla salute.
Si conclude così questa lettera, chiedendo scusa se è potuta sembrare in taluni passaggi sopra le righe e oltremodo esplicita, ma il tema è molto delicato e la rabbia accumulata è altrettanto grande. La ringrazio vivamente, a nome di tutta l’Unità di Crisi Sanitaria – Basilicata, per la Sua attenzione, rinnovando l’appello ad intervenire il prima possibile sulla questione. Noi restiamo a disposizione e saremo onorati se vorrà darci la soddisfazione di venire a conoscere direttamente le persone che in questo momento si stanno battendo per la propria sopravvivenza.
Con sincera stima,
Michele Cataldi
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