“In primis il cordoglio di tutta la UIL alla famiglia di Angelo Cotugno.
Un altro incidente sul lavoro che segue la terribile scia di dolore a cui troppi si stanno tristemente abituando. Un metronomo della morte che non è più possibile ascoltare”.
È l’intervento del coordinatore genale UIL TARANTO, Pietro Pallini, subito dopo la notizia della morte di un operaio della ditta SEMAT, Angelo Cotugno di 59 anni, avvenuta nella giornata odierna durante alcune operazioni a bordo di una motopompa operante nel cantiere sito a Taranto2 per la realizzazione della Taranto – Avetrana (Regionale 8).
“Oggi è un giorno pessimo per tutti noi – continua Pallini – per un evento, l’ennesimo, che stappa la vita di un lavoratore intento solo a portare il pane a casa. Non servono altre parole. Ne abbiamo dette 1043 nel corso del 2023 e oltre 200 nei primi tre mesi del 2024. Vite spezzate, prima che numeri. Le mie ultime, poche parole, le rivolgo al Governo, nel fare tutto ciò che sino ad ora non è stato fatto. La legge 81 del 2008 è già di per sé articolata e vasta, ma che da sola è evidente non basta”.
E poi: “Serve una vera e propria rivoluzione che cambi paradigma a un modello di fare e concepire la sicurezza. Pretendiamo che questa rivoluzione sia prima cultura e poi norma. Incremento di ispettori e penalizzazione prima, e poi condanna, di tutte quelle aziende che della sicurezza ne fanno costo. Per contrastare ciò, il Governo deve fare la sua parte sino infondo con ogni mezzo e ausilio, anche economico.
E conclude: “La rivoluzione affinché sia tale deve poter partire dalle scuole, anche elementari, affinché la sicurezza sul lavoro sia il bagaglio da viaggio dei giovanissimi come strumento sino agli indumenti del lavoro che indosseranno domani. Siamo davanti ad un’emergenza e straordinarie devono essere le misure da porre in campo.
Angelo muore a soli due giorni dalla mobilitazione indetta da CGIL-UIL per la sicurezza sui luoghi di lavoro, e in tutto questo è triste constatarlo, ma è rimasto solo il sindacato a gridare giustizia senza abbassare la guardia”.
Sul tragico fatto di cronaca è intervenuto anche il segretario regionale della UIL Puglia, Gianni Ricci.
“Dall’inizio del 2024 le morti nei luoghi di lavoro in Puglia sono già 16, dati che confermano la Puglia nelle primissime posizioni della classifica dei territori meno sicuri per le lavoratrici e i lavoratori. Ci continuiamo a chiedere: come avrebbero reagito se tutte queste morti fossero state provocate dalla criminalità organizzata? La strage va fermata con ogni mezzo, eppure nonostante le nostre continue rivendicazioni, la reazione della politica e delle istituzioni è tuttora debole, del tutto insufficiente: l’unica proposta che è stata formulata dal Governo è una patente a punti in cui la vita umana è valutata una manciata di crediti, mentre nella manovra i fondi per la sicurezza nei luoghi di lavoro, compresi quelli per l’assunzione di nuovi ispettori e per la formazione sono praticamente pari a zero. Ma anche a livello regionale si può e si deve fare di più. Lo scorso 8 marzo ci siamo incontrati con il presidente della Regione Puglia, che in quell’occasione ci aveva garantito una serie di interventi, tra cui la convocazione urgente di una task force regionale sulla sicurezza, l’impegno di fondi per la formazione e il potenziamento delle strutture ispettiva, ma ad oggi non c’è stato seguito. Le stragi sul lavoro e la sicurezza in generale non possono aspettare i tempi elefantiaci della politica, bisogna agire presto e in maniera efficace”.
“È con sgomento che ci troviamo a dover affrontare nuovamente una situazione così dolorosa e devastante per la nostra comunità lavorativa. In questo momento di grande lutto e dolore, desideriamo esprimere le nostre più sentite condoglianze alla famiglia e agli amici del lavoratore colpito da questo tragico incidente.
È fondamentale che si faccia luce su quanto accaduto e che si individuino tutte le cause che hanno portato a questa tragica fatalità. Il nostro impegno, come sindacato, sarà quello di garantire che vengano adottate tutte le misure necessarie per evitare che episodi simili possano ripetersi in futuro”.
Sono queste, in ultimo, le parole del segretario generare della Feneal UIL di Taranto Ivo Fiore.
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