Siamo donne e uomini di mondo, come diceva Totò, anche se non abbiamo fatto il militare a Cuneo ma siamo costretti a essere meri spettatori della produzione dei Treni in provincia di Cuneo. Il nuovo contratto di servizio con Trenitalia, costato la fatica di lunghissimi e complicati mesi di trattativa, sarebbe stata l’occasione più propizia per gettare le fondamenta di un nuovo piano industriale, con al centro un polo ferroviario tutto lucano. Su queste basi la Basilicata avrebbe potuto puntare, da qui al 2025, ad un’unita produttivo-manutentiva collocata sul suo territorio e all’istituzione di una Direzione regionale autonoma, sganciandosi dalla dipendenza della vicina Puglia. Le ricadute occupazionali e industriali sarebbero state enormi. Purtroppo, pur avendo condiviso l’azione con i sindacati, non ci è stato dato il tempo di conseguire queste legittime rivendicazioni e chi si è insediato dopo di noi ha firmato ad occhi chiusi il contratto di servizio con Trenitalia solo per farsi scattare una foto di rito, abdicando al suo ruolo politico.
Come ha scritto giustamente la Filt Cgil, che insieme ad altre associazioni ha lanciato una grande mobilitazione nei prossimi giorni, c’è stata una resa incondizionata che rende ancora più insopportabile ai lucani la crisi economica che sta attanagliando la Basilicata.
Basilicata che, negli ultimi 4 anni, ha investito somme impareggiabili rispetto al passato per migliorare la qualità dei trasporti ferroviari. Infatti, con il nuovo contratto di servizio, si sta garantendo il rinnovo della flotta grazie all’acquisto di ben 8 treni, tutti a suo tempo cofinanziati dalla Regione. A fronte di questo però il ritorno economico e industriale per i nostri concittadini non sarà all’altezza degli sforzi compiuti perché la politica non ha saputo farsi valere quando poteva e doveva. Anzi, chi si è permesso di alzare l’asticella delle richieste e di battersi strenuamente per obiettivi sicuramente alla portata è stato messo nelle condizioni di non nuocere. Dopo il danno, more solito, arriva anche la beffa, perché come stanno denunciando le sigle sindacali, già sul piede di guerra, ora si paga anche il prezzo di una maggiore disattenzione alle problematiche e criticità lucane, si fa addirittura macchina indietro nonostante nuovi treni e investimenti. Al momento non un posto di lavoro in più ci viene garantito dal nuovo contratto di servizio e addirittura nemmeno la sostituzione del personale in uscita. I lucani meritavano molto di più.
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