La fuoriuscita di greggio ha messo a nudo tutti i limiti del colabrodo di Viggiano targato ENI. La Regione Basilicata nelle scorse settimane ha deciso di avviare una sorta di operazione trasparenza. Uno sforzo apprezzabilissimo quello di Pittella & co., ma appaiono evidenti tutti i limiti di questa iniziativa.
Come evidenziato nei giorni scorsi in un nostro video, il banner dell’operazione trasparenza si trova in un angolino remoto del sito istituzionale della Regione Basilicata, difficilmente individuabile a prima vista da coloro che vi accedono. Una volta individuato il banner, l’utente può finalmente accedere alla pagina della trasparenza, nella quale vi sono una serie di allegati contenenti la documentazione messa a disposizione dei cittadini. Una documentazione buttata lì alla rinfusa, senza alcun ordine e spesso con la presenza di duplicati. Dal canto nostro ci siamo impegnati per dare un ordine ai file, ma l’impresa è stata davvero ardua. Altro neo da non sottovalutare è rappresentato dal fatto che ci si trova davanti a documenti i cui dati sono difficilmente estraibili, in quanto i pdf disponibili non sono altro che scansioni delle copie cartacee. Uno degli ultimi ostacoli che abbiamo incontrato è rappresentato dalle coordinate che la regione ha messo a disposizione relativamente alla rete piezometrica dell’area industriale di Viggiano: peccato che i piezometri menzionati nei carteggi, in diversi casi, non corrispondono a quelli delle coordinate regionali. Più che trasparenza sembra essere voglia di creare confusione.
Sono questi i motivi che ci hanno spinto a presentare una mozione per conferire la massima chiarezza e fruibilità possibili alla rappresentazione dei dati di monitoraggio dell’attività MISE del COVA in modo da consentire a tutti i cittadini di seguire in maniera semplice ed efficace l’evolversi della situazione e il processo di bonifica e decontaminazione delle aree interessate. Crediamo sia fondamentale realizzare e aggiornare apposite pagine web, anche sul sito istituzionale della Regione Basilicata o di ARPAB, che, senza il ricorso a documenti scansionati o pdf, diffonda, restituisca e rappresenti, con semplicità, i dati del summenzionato monitoraggio, specificando per ciascuna tipologia di matrice ambientale e per ciascun piezometro o punto di campionamento geolocalizzato: la data prelievo, il metodo di prova, tutti gli analiti con valore e limite normativo o da linee guida ISPRA.
Contestualmente abbiamo richiesto i dati di tutte le ispezioni effettuate da ISPRA e ARPAB nelle ultime settimane.
La trasparenza nell’era digitale è una cosa seria e non si può trasformare in una semplice e inutile foglia di fico.
Gianni Perrino
Portavoce M5S Basilicata – Consiglio Regionale
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