Piano Mattei: Cestari (ItalAfrica), Mezzogiorno hub naturale

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Piano Mattei: Cestari (ItalAfrica), Mezzogiorno hub naturale

L’evento “Agenda Sud 2030 – Dove l’Europa incontra il Mediterraneo”, organizzato da Fondazione Merita a Napoli e la recente visita del Presidente Mattarella in Costa d’Avorio e Ghana rilanciano il Mezzogiorno come hub naturale del Piano Mattei per realizzare condizioni ed opportunità di cooperazione con i Paesi Africani attraverso il protagonismo delle imprese meridionali. Così Alfredo Carmine Cestari, presidente della Camera ItalAfrica per il quale dopo il convegno “Il Piano Mattei – Sud polo magnetico Occasioni di resilienza e investimenti Italiani in Africa nel settore Pubblico e Privato” promosso da ItalAfrica a fine gennaio alla Camera dei Deputati si intensifica il programma di attività.  

Il Mediterraneo è una base logistica ed energetica in un contesto geopolitico in continua evoluzione, come dimostrano le tensioni nel Mar Rosso: la sua centralità economica – aggiunge – è destinata a crescere, perché è il crocevia di tre continenti, Asia, Africa ed Europa, che contengono la maggior parte della popolazione mondiale e una straordinaria ricchezza di civiltà e di culture. Sul fronte energetico, il petrolio del futuro sono i crediti di carbonio e il raggiungimento della riduzione di CO2 passa dal coinvolgimento dei Paesi in via di sviluppo che sono dei grandi contenitori per questi progetti. Paradossalmente invece, l’Africa è stata finora lasciata fuori dalla transizione energetica: secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), solo il 2% degli investimenti mondiali per le rinnovabili negli ultimi due decenni sono stati fatti nel continente africano, dove il tasso di elettrificazione è sotto il 50% e dove vivono più di 900 milioni di persone ancora prive di accesso a combustibili, tecnologie e acqua pulita per cucinare. Il Continente sta adottando soluzioni per le energie rinnovabili su larga scala, necessarie a garantire a tutti un accesso all’elettricità affidabile, conveniente e sostenibile. I motivi sono diversi e tutti strettamente connessi: l’Africa, sebbene sia responsabile di una piccola quantità di emissioni di carbonio e consumi (solo il 4% dell’energia a livello globale), è oggi l’area del mondo più vulnerabile ai cambiamenti climatici e il continente dove la popolazione crescerà di più.

Altro tema centrale del Piano Mattei è la formazione di manodopera specializzata. Sono state 690 mila le domande presentate dai datori di lavoro durante i tre click day i nel mese di marzo scorso per far arrivare in Italia e assumere lavoratori stranieri, a fronte di 151 mila ingressi autorizzati dal governo per i flussi 2024. Su questo ItalAfrica svolge un ruolo importante che soprattutto per dare corso al Piano Mattei intensificherà. Possiamo testimoniare – dice Cestari  – che nei Paesi Africani c’è una buona manodopera che noi stessi provvediamo a formare e che può risultare utile anche alle imprese italiane che lamentano la difficile reperibilità di particolare figure professionali. Diventa questa una risposta efficace al fenomeno della fuga sui barconi verso l’Italia e dell’immigrazione clandestina. 

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