PISTICCI. 29 luglio 1961 – 29 luglio 2021. Son trascorsi esattamente 60 anni da una data che ci
appartiene e che cambiò la storia e la geografia della Valbasento. Una giornata memorabile per la
Basilicata intera, che iniziò in una caldissima mattina nella grande piana di S. Angelo di Pisticci
Scalo, fino ad allora coltivata prevalentemente a pascolo e a frumento. Tante le personalità che si
erano date appuntamento: da Enrico Mattei, Presidente dell’ENI, all’allora Ministro dell’Industria,
il lucano Emilio Colombo, al Presidente del Consiglio Amintore Fanfani, il responsabile del
progetto industriale Anic, l’ing. Giuseppe Lamparelli, l’Arcivescovo di Matera, Giacomo
Palombella, il senatore Antonio Bollettieri, il giovane deputato materano Michele Tantalo, il
senatore Decio Scardaccione, il segretario della DC materana Franco Salerno, il Prefetto di Matera,
oltre ai primi cittadini di tutti i comuni della provincia e tante altre personalità politiche, militari e
religiose. Cerimonia solenne per la posa della prima pietra per la costruzione del grande
stabilimento Anic, che in pochi anni avrebbe dato lavoro a migliaia di nostri operai, non solo della
nostra regione. Sulle rive del Basento, per assistere a quella storica cerimonia, migliaia di persone
giunte da ogni angolo della regione, che nella iniziativa vedevano, spiragli e certezze, per la
risoluzione dei gravi problemi occupazionali dell’epoca. Pastori, contadini, braccianti, artigiani,
studenti, diplomati, laureati, per la maggior parte disoccupati, tutti potenzialmente occupanti di una
industria che di li a poco, avrebbe trasformato l’economia di una delle zone più povere del sud
d’Italia e che solo da poco aveva smesso di lottare per l’attuazione della Riforma Agraria. Grande
festa di popolo che si consumò nell’ entusiasmo generale e che dette il via ai grandi lavori per la
realizzazione dell’industria chimica, compresa la realizzazione di un quartiere residenziale e una
pista di volo per aerei leggeri, orgogliosamente battezzata con il nome del presidente dell’Eni
Enrico Mattei che, purtroppo, solo 14 mesi dopo quella data, la sera del 27 ottobre 1962, doveva
tragicamente scomparire a bordo del suo jet personale, senza aver potuto vedere completata la
“sua” opera in Valbasento. Nella seconda metà degli anni 60, grazie anche all’impegno e
all’impulso dato da Emilio Colombo sempre vicino ai problemi della nostra terra, si contavano fino
a circa 6000 occupati presso l’Anic di Pisticci e tanti giovani, proprio attraverso il posto di lavoro e
lo stipendio, ebbero la possibilità di cambiare tenore di vita, acquistando o costruendo una casa e
mettendo su famiglia, magari comprando il televisore, il frigorifero, la lavatrice, all’epoca difficili
da possedere e perché no, anche la moto e l’automobile. Un boom economico che nella Valbasento,
proprio grazie a chi quell’opera l’aveva fortemente voluta, durò più o meno un paio di lustri
andando di pari passo con quello nazionale e che registrò importanti conquiste da parte dei
lavoratori occupati. Agli inizi degli anni 70 il potenziamento dell’Anic, con attivazione
dell’impianto Ter – Poliestere (inaugurato proprio da Colombo allora Presidente del Consiglio ) – la
III° e IV° linea Acn per produzione di fibra acrilica, il potenziamento del Pam per la produzione del
Nylon e la costruzione di una nuova centrale termoelettrica. Una fase positiva che lasciava ben
sperare per il futuro. Ma non fu così. Quasi a sorpresa infatti, ma non tanto, i primi campanelli
d’allarme, i primi scricchiolii e i timori sulla stabilità occupazionale. Da qui, lo sciopero generale
dei comuni dell’area. Era il 1976, appena 15 anni dopo quel 31 luglio 61. Ma il peggio, doveva
ancora venire. Nell’autunno del 78, la grande mobilitazione dei lavoratori chimici della Valle che
per 15 giorni presidiarono piazza Barberini a Roma, sottolineava la sempre più grave crisi delle
fabbriche dell’area. Dall’81 all’87, nonostante la firma di ben tre accordi di programma tra
Governo, Eni, Regione e Asi, i risultati furono scarsi e le cose man mano precipitarono con una
produzione a dir poco disastrosa che determinò falcidia di posti di lavoro, con ricorso alla cassa
integrazione straordinaria, il prepensionamento, la mobilità, anticamera del licenziamento. Il resto, è
storia nota. Storia dolorosa che, purtroppo, ci fa ritornare in mente quel lontano caldissimo 29
luglio di 60 anni fa, legato alla presenza nella Valle, di migliaia di persone e di tre grandi
personaggi Emilio Colombo, Enrico Mattei ed Amintore Fanfani che, purtroppo, non ci sono più.
Una data che ha comunque segnato, nel bene e nel male, la storia della nostra Valbasento.
MICHELE SELVAGGI,
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