La lettura dei dati finanziari del Programma Operativo FSE fornita dalla stampa appare incompleta, poiché non tiene conto delle modifiche introdotte prima dal Reg. UE n. 558 del 23 aprile 2020 e poi dal Reg. UE n. 562 del 06 aprile 2022 .
Con i Regolamenti succitati, la Commissione ha consentito una riduzione dei tassi di cofinanziamento nazionali che, di fatto, portano il valore monitorato dal Portale Cohesion Data della Commissione Europea , ossia la spesa dei Beneficiari al 31/08/2022, pari a circa il 68% della reale consistenza del programma, così come rimodulato a seguito dell’adesione all’opzione offerta dai due regolamenti citati.
Questo stesso indicatore, sulla base delle modifiche legate ai regolamenti, al 31/12/2021 si attestava al 59%. Ne deriva, dunque, un avanzamento pari a circa il 10%, in soli due mesi, nonostante le problematiche di Bilancio note a tutti che, di fatto, hanno bloccato l’avanzamento delle liquidazioni per un intero semestre.
Il ricorso alla riduzione del cofinanziamento nazionale è uno strumento già utilizzato in passato dal FESR che, ad esempio, nel dicembre 2018, ha rinegoziato il tasso con una conseguente riduzione del Programma operativo comunitario di € 275.343.780,00 (passato da circa 826,031milioni di euro a 550,688 milioni di euro).
Contrariamente al FESR, il FSE, non ha avuto in passato la necessità di ricorrere ad una riduzione del cofinanziamento che, comportando difatti una riduzione del valore complessivo del Programma, avrebbe facilitato il raggiungimento dei Target legati al disimpegno automatico. La problematica è emersa durante la Pandemia che ha notevolmente ridotto la capacità di fare spesa da parte dei beneficiari del FSE che sono principalmente le Scuole e gli organismi di Formazione, il cui stallo è stato più che evidente.
La differenza rispetto al passato consiste nel fatto che l’applicazione dei nuovi regolamenti non richiede la modifica dei Piani finanziari del Programma e, conseguentemente, i dati del PO FESR vengono monitorati sul suo valore rideterminato, contrariamente a quanto accade per il PO FSE.
La modifica non è richiesta dalla Commissione poiché, difatti, viene lasciata la decisione all’amministrazione regionale di attivare o meno un Programma Complementare, al contrario dell’obbligo derivante dalla riduzione del Tasso di Cofinanziamento attuato ai sensi della normativa vigente precedentemente ai due Regolamenti adottati nel periodo della Pandemia.
Ciò in funzione del fatto che la Commissione, con i nuovi Regolamenti ha cercato di sostenere gli Stati Membri lasciando loro decidere se versare o meno il corrispettivo del mancato cofinanziamento alle Regioni.
In realtà l’Italia, con l’Accordo Provenzano, ha inteso ulteriormente sostenere le Regioni, tra cui la Basilicata, per cui appena sarà chiaro il quadro relativo all’anno contabile 2021-2022, si procederà a convogliare la programmazione FSE sul Programma operativo Complementare già esistente, di modo che non si perdano risorse.
Di fatti, la Commissione, tramite SFC, ha già fornito un quadro dell’importo residuale da certificare (fermo, però all’anno contabile 2020-2021) che andrà aggiornato sulla base dei dati dell’anno contabile in corso che, di fatti conferma quanto su descritto.
In termini di importi certificati, utili al calcolo del N+3 fissato dai Regolamenti, appare utile richiamare la nota dell’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL) Prot. 9239 del 20/07/2022, precedente all’ultima certificazione trasmessa alla Commissione a fine luglio, che già attribuiva al PO FSE Basilicata una percentuale di raggiungimento del target fissato al 31/12/2022 pari al 101%.
Con la certificazione di metà anno, tale percentuale è salita al 112%, andando, di fatti, a coprire già oggi parte dell’importo da certificare entro il 31/07/2024. Si ricorda infatti, che la Commissione ragiona per anni contabili e, quindi, l’ultima certificazione utile per la chiusura del Programma, è fissata a quella data.
Ufficio Stampa e Comunicazione della Giunta – Regione Basilicata
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