Stamattina, nella sala dell’IC2 “Giovanni Paolo II” di Policoro, i ragazzi delle classi terze della secondaria, accompagnati dalle rispettive docenti di lettere, hanno ascoltato in silenzio e con commozione la storia drammatica dell’autrice, Grazia Arnese Grimaldi, del libro : “ I tredicimila ragazzi italo-libici dimenticati dalla storia”.
Ad accompagnare l’autrice al tavolo della presentazione del libro, oltre l’editore, Dario Sabatelli, il critico letterario, Luigi Angelucci e il Padre Minozziano, Don Michele Celiberti, che ha presentato il periodo storico in cui la storia è avvenuta, citando diversi toccanti episodi.
Bella e particolare la testimonianza di Suor Fernanda Scannella, anche lei presente, e come Grazia Arnese, il 2 giugno del 1940, pieno periodo fascista, era tra i tredicimila ragazzi strappati ai genitori. Anch’ella imbarcata sulla nave, dalla Libia all’Italia, obbligata a “vacanze” in colonie nate appositamente per formare le menti secondo il regime dell’epoca, propagandate per belle vacanze alle famiglie italo-libiche.
Qui, il dramma, una triste odissea di vagabondaggio per l’Italia fatta di soprusi, di indottrinamento obbligato, rigida disciplina per trasformare i ragazzi in burattini del governo fascista.
Ancora più crudele la dimenticanza del governo italiano di questi ragazzi che non tutti hanno avuto la possibilità, a fine della 2°guerra mondiale, tornare dalle proprie famiglie, perché ben 3.500 ragazzi non hanno fatto ritorno.
L’Arnese, con la divulgazione di questo libro, ha deciso di dare voce a chi non ha potuto far sentire la propria voce, raccontando la storia subita, la paura e il terrore della guerra, la fame…e soprattutto, di ricordare la malignità della dittatura e come il fanatismo di una classe dirigente si pone ad arbitro del destino dei deboli.
La Dirigente Scolastica dell’IC2 di Policoro, la prof.ssa Maria Carmela Stigliano, organizzatrice dell’evento insieme alla poetessa Antonella Santulli, ha esordito dichiarando : “ Questa storia presentata oggi ai miei studenti mi ha davvero colpito per i fatti e per il coraggio che l’autrice ha voluto donarci attraverso il proprio racconto di vita. Considero questa storia, dimenticata da tutti, una storia da non dimenticare ma da ricordare alle future generazioni. Un libro del coraggio , della solidarietà dove tutti i sentimenti ben descritti nel libro sono collegati da un filo indissolubile che si chiama: vita.”
Policoro, 24 ottobre 2016
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