“Perdere tempo ad aducare e non a rieducare”. Un principio fondamentale per un grande pedagogista, forse meno noto rispetto a Don Milani o Maria Montessori, ma di grande impatto ed efficacia educativa in un’epoca in cui c’è bisogno più che mai di punti di riferimento e guide per le nuove generazioni. Si tratta di Anton Semënovič Makarenko, uno dei fondatori della pedagogia sovietica, elaborò la teoria dell’antimetodo e il concetto di gioco produttivo nel sistema educativo. Di lui e del suo sistema si discuterà sabato 15 ottobre ad Oppido Lucano presso il cineatro Obadiah nell’ambito del primo convegno sulla vita e le opere di Anton Makarenko, pedagogista, scrittore e “ingegnere di anime nuove”.
Ai lavori prederanno parte il Dott Francesco Tamburrino (Presidente Associazione “Giocando si impara Makarenko – Per una nuova società) il Prof. Nicola Siciliani De Cumis (Presidente Associazione Makarenkiana Internazionale), la Prof.ssa Serena Veggetti (Università La Sapienza – Roma) e il Prof. Emiliano Mettini (Associazione Makarenkiana Internazionale), l’incontro sarà moderato dal giornalista Gianluigi Laguardia.
Anton Semënovič Makarenko è con Pestalozzi, Rousseau, Tolstoj, Don Milani, tra i pochissimi autori che, nel mondo contemporaneo, siano stati egualmente riconosciuti “grandi”, sia come educatori sia come scrittori. Le opere di Makarenko, ripubblicate ancora di recente in Russia come “Opere complete”, sono state e continuano ad essere pubblicate in tutto il mondo. Il Primo Convegno su Anton S. Makarenko, organizzato dall’Associazione Giocando si Impara “Makarenko Per una Nuova Società”, in collaborazione con Consolidal e Consolidal, sezione di Oppido Lucano, ha come obiettivo quello di far conoscere l’autore, lo scrittore, il pedagogista e l’educatore Makarenko. Dopo aver scoperto l’“autore”, va da sé conoscere anche le sue opere, come per esempio, il Poema pedagogico, che in questa circostanza ci farà da guida e da “faro”, essendo l’opera cardine di questo grande educatore. Si partirà da un’idea fondamentale di Makarenko: “Non esistono ricette, espedienti educativi. Nella società educa la vita, il modo di vivere di questa società. Se la società è divisa in classi e una piccola minoranza deve mantenersi al potere con la menzogna, con l’inganno, allora una siffatta società diseduca, corrompe. Invece in una società senza classi, il cui fine è il progresso di tutti, la società è educatrice”. La conclusione del Convegno confluirà in una riflessione sul “gioco”. Scriveva Anton Semënovič a tal proposito “il gioco assume una grande importanza nella vita del ragazzo, esso riveste la stessa importanza che hanno per l’adulto l’attività, il lavoro, l’impiego. Quale è il bambino nel gioco, tale egli sarà, per molti aspetti, nel suo lavoro una volta cresciuto. Perciò l’educazione del futuro uomo e lavoratore si svolge innanzi tutto nel gioco.” Il presidente dell’associazione Francesco Tamburrino, educatore e pedagogista, parla del convegno e delle sue finalità spiegando che è importante essere presenti con i ragazzi con delle metodologie come quelle utilizzate da Makarenko “ l’idea di questo convegno nasce da una mia esperienza di qualche anno fa con l’associazione Artek, centro interculturale per l’infanzia, in Crimea dove ho potuto toccare con mano la validità dell’antimetodo di Makarenko- prosegue Tamburrino- egli sosteneva che è proprio grazie alla mancanza di un metodo pedagogico che si può riuscire a tirare fuori il meglio da ognuno di noi. A lui non importava il passato dei ragazzi di cui si occupava, a lui importava che avessero un futuro e nelle sue colonie metteva tutti sullo stesso piano educativo, senza dintinzioni di classe sociale ed esperienze precenti. Molti ragazzi entravano nelle sue colonie con un passato turbolento, fatto anche di omicidi e reati di ogni genere. Ne uscivano medici, ingegneri ma soprattutto persone serene. Persone nuove.”
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