È una sfida che in Basilicata hanno già colto molti imprenditori, associazioni, start-up e pubbliche amministrazioni. Credere nell’economia circolare perché non solo è un modello di sviluppo sostenibile e innovativo ma anche perché il potenziale di risparmio economico, energetico e ambientale che l’economia circolare può mettere in moto è straordinario.
Se ne è discusso questa mattina a Potenza presso lo Scambiologico nel corso del primo Ecoforum Basilicata promosso da Legambiente Basilicata, durante il quale l’associazione ha presentato le proprie proposte concrete.
L’economia circolare non è solo un modo per uscire dalle tante emergenze rifiuti ancora dislocate in Italia, vuol dire creare investimenti, occupazione ed economia sul territorio, ma bisogna avere il coraggio di andare in questa direzione.
L’Italia, nonostante tante buone pratiche ed esperienze di successo, come quelle premiate questa mattina durante in nostro Ecoforum deve dare una svolta alle sue politiche: rottamare discariche e ridurre il ricorso al recupero energetico, mettere fine allo spreco di cibo, obbligare una volta per tutte alla raccolta separata della frazione organica dei rifiuti, allungare la vita ai prodotti con obblighi di riciclabilità e riparabilità per gli elettrodomestici così da porre fine al fenomeno dell’obsolescenza programmata.
Anche nella nostra regione sono sempre di più le amministrazioni che hanno puntato sulla raccolta differenziata con risultati di assoluta eccellenza, come dimostrano i tanti Comuni premiati con la decima edizione del rapporto “Comuni Ricicloni Basilicata” presentata durante l’Ecoforum.
Sono infatti 39 i Comuni Ricicloni lucani che conquistano l’ambito riconoscimento per avere superato la soglia del 65% prevista dalla normativa vigente. Di questi 23 sono Comuni Rifiuti Free, avendo una produzione di indifferenziato annua procapite inferiore a 75 kg/anno. Sarconi primo classificato, seguito da Tramutola e Castelluccio superiore.
In termini di risultati raggiunti, in particolare per ciò che attiene alla raccolta differenziata dei rifiuti ed al conseguente recupero di materiali, emerge che molti passi in avanti sono stati fatti ma molti sono ancora da fare soprattutto per quanto riguarda la dotazione impiantistica regionale. La Raccolta Differenziata complessiva è stata nel 2017 pari al 44,66% con la Provincia di Potenza attestata al 50,43% e quella di Matera al 35,62%. Un quadro che sicuramente migliore rispetto al recente passato ma con ancora diverse ombre considerando che purtroppo c’è ancora una percentuale considerevole (circa il 28%) di Comuni lucani che di fatto ancora non ha avviato un vero sistema di raccolte differenziate nel loro territorio, oppure lo ha fatto solo simbolicamente.
Ma è l’impiantistica la vera nota dolente. Siamo all’inizio del 2019 ed in Basilicata ancora non siamo riusciti a realizzare il primo impianto di compostaggio della frazione umida riveniente dalla raccolta domiciliare, mantenendo il triste primato che ci vede come unica regione d’Italia a non avere in esercizio alcun impianto di trattamento della frazione organica dei rifiuti.
“Per raggiungere anche in Basilicata i nuovi target di riciclo dettati dal nuovo pacchetto di direttive europee sull’economia circolare servono gli impianti, a partire da quelli di compostaggio e digestione anaerobica per il trattamento della frazione organica differenziata-dichiara Stefano Ciafani presidente nazionale di Legambiente- Una rete impiantistica regionale di questo tipo consentirebbe da una parte la fine dell’esportazione fuori regione dei rifiuti differenziati a centinaia di km di distanza con conseguenti costi ambientali ed economici e dall’altra la produzione di biometano, da immettere in rete o destinare a carburante per l’autotrazione, e di compost di qualità. Per arrivare a rifiuti zero in discarica o negli inceneritori, serve realizzare mille impianti di riciclo e riuso. Non c’è altra soluzione”.
“Per la realizzazione dell’impiantistica per il riciclo risulta indispensabile anche abbattere gli ostacoli non tecnologici a tali scelte- dichiara Antonio Lanorte presidente di Legambiente Basilicata Onlus- e quindi, tra gli altri, in particolare riuscire a creare le condizioni per il necessario consenso sociale. Per questo scopo va incentivata la condivisione e la partecipazione dei cittadini alle scelte impiantistiche sia attraverso un vero dibattito pubblico che garantendo controlli pubblici più adeguati”
Al di là dei numeri, le storie. Castelsaraceno, Maratea, Potenza, per i comuni e poi AltraSpesa, Emporio del Riciclo, Io Potentinto Onlus e Scambiologico: nella sezione “buone pratiche” il dossier 2018 ha voluto raccontare piccole storie che meglio fanno comprendere il ruolo unico ed essenziale dei singoli cittadini, delle loro iniziative anche attraverso le attività dei circoli di Legambiente, delle amministrazioni pubbliche.
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