La scrittrice lucana Maria Di Tursi è stata tra i protagonisti dell’ultima edizione di Più Libri Più Liberi, l’importante fiera libraria che ogni anno anima il Centro Congressi La Nuvola, a Roma.

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La scrittrice lucana Maria Di Tursi è stata tra i protagonisti dell’ultima edizione di Più Libri Più Liberi, l’importante fiera libraria che ogni anno anima il Centro Congressi La Nuvola, a Roma. Nella mattina di domenica 11 dicembre, l’autrice di “Diarium Artis – La Musa Senza Veli” (Il Convivio Editore 2022) ha avuto modo di parlare del suo romanzo nello stand del Convivio insieme ai suoi editori e di ringraziare i suoi lettori presso l’area firmacopie. Ciò che il pubblico maggiormente apprezza dei suoi libri è sicuramente lo stile originale della scrittura, la sintassi innovativa che rompe gli schemi della narrativa a cui siamo abituati e cattura definitivamente il lettore, nonché il ritmo quasi musicale delle sue espressioni letterarie. Pare che l’autrice, esperta conoscitrice della letteratura e dell’arte in generale, che ventenne aveva avviato la propria carriera autoriale componendo poesie definite dai critici “di altissimo spessore lirico, poesie non per tutti”, sia riuscita in qualche modo a fare proprio il verso baudelairiano “Sii sempre poeta, anche in prosa”. Ed ecco allora che la sua prosa riesce a sedurre ogni lettore con la musicalità “dal ritmo rock” di uno stile talmente personale e particolare da diventare un tratto caratteristico e inconfondibile della sua penna, e avvicina chiunque per l’apparente popolarità dei contenuti trattati, ma resta comunque una prosa colta, raffinata, intellettuale, carica di segni e di significati elitari.

Maria Di Tursi si riconferma quindi tra i pochi autori che hanno proposto alla manifestazione romana due libri diversi in due anni consecutivi, cosa che era già riuscita a fare per il Salone Internazionale del Libro di Torino, presentandosi nelle edizioni del 2021 e del 2022 rispettivamente con “La Tigre e il Gabbiano” e con l’ultima sorprendente fatica letteraria “Diarium Artis. La Musa senza veli”.

Ciò che ieri è emerso dall’incontro tra autrice e lettori è che in entrambe le opere narrative della scrittrice è evidente un’attenzione concentrata sulla terminologia e uno studio approfondito del lessico. Nelle sue storie il linguaggio si prefigura sempre come elemento distintivo di ogni attività antropica. Quello di Maria Di Tursi è un vero e proprio “culto della parola” che si fonda su una ricerca costante di natura etimologica e filologica, nonché filosofica e socio-culturale. Ciò vale sia per quanto riguarda le incursioni nel mondo scientifico sempre presenti nei suoi libri, sia nell’intreccio abilissimo di una narrazione che non lascia mai niente al caso, collegando con perspicuità termini all’apparenza distanti, rivelando così le intenzioni preliminari della sua attività letteraria, e cioè quel compiere viaggi nel linguaggio attraverso la scrittura.

C. Fontana

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