MELUCCI: “Alle chiacchiere populiste rispondiamo con la verità dei fatti di questi anni, che la gente sa osservare.

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Certi parlamentari ionici si rendessero concretamente utili alla città, che della loro vuota prosopopea ne abbiamo tutti le tasche piene.”

Per chi non lo avesse ancora compreso, all’indomani della chiarezza delle posizioni politiche a cui tutte le campagne elettorali costringono, una volta che l’Amministrazione si è liberata di certe presenze poco capaci, affiliate a ben noti poteri forestieri, si sta entrando tutti insieme in una nuova fase per la città e la sua classe dirigente. Una fase fatta di verità, frutti tangibili del lavoro quotidiano, di rintuzzo ai personaggi senza arte né parte, che fino ad oggi hanno usato e svilito le potenzialità di Taranto e le esigenze della comunità ionica. Una comunità che spesso, peraltro, viene a torto ritenuta distratta, poco consapevole dei processi amministrativi ed istituzionali. Mentre, come già successo nel 2022, selezionando il piano Ecosistema Taranto dell’Amministrazione Melucci, essa ha dimostrato di saper valutare compiutamente le trasformazioni positive, l’avanzamento sicuro dei cronoprogrammi operativi e le fatiche di chi agisce con amore verso la città e il suo futuro.

È arrivato, dunque, il momento di chiamare alla responsabilità anche chi, dall’alto delle latitudini romane, continua a denigrare la reputazione della città e dell’Ente civico. E tra i parlamentari ionici in carica, ci sembra che un ruolo affatto banale lo abbia svolto il Senatore Mario Turco in questi tribolati anni. Ci piacerebbe esortare un suo contributo, finalmente fattivo, alla causa della città, sempre che, dati i risultati non proprio eclatanti che da Vicepresidente nazionale fa conseguire in Puglia al suo Movimento, abbia accantonato l’idea di far cadere l’Amministrazione comunale, d’accordo con i poteri baresi, per potersi candidare a Sindaco del capoluogo ionico anzitempo. Il tutto, ovviamente, in barba alla volontà democratica dei cittadini e ai bisogni della città.

Al citato Senatore vorremmo sollevare 5 questioni 5, un compito facile facile, che dovrebbe provare a risolvere senza rifugiarsi nella critica spicciola dell’Amministrazione comunale, che ha istituzionalmente altri poteri e compiti. Poiché, noi ai tavoli istituzionali con il Senatore Turco c’eravamo sempre, ne conserviamo i verbali, ricordiamo bene ogni scivolone, ogni leggerezza, ogni interesse non proprio coincidente con quello della comunità.

Primo- Caro Senatore, parliamo di questo famoso Tecnopolo del Mediterraneo, che tanto le piace ascrivere tra i più mirabili risultati del letterario “Cantiere Taranto” di contiana memoria. Se lo ricorda che lei è andato via senza nemmeno consentire il varo della fondazione, lasciando poco in dote per l’avviamento e nessun immobile per ospitarlo? Forse non riuscivate a mettervi d’accordo con gli altri partiti su come si dovesse procedere? Guardi, il Comune di Taranto, da solo, con la piattaforma del suo distretto dell’innovazione ha catturato 13 milioni di fondi europei, ha insediato il tutto ai riqualificati BAC e sta già incubando decine di start-up. Provveda un po’ lei a spiegare ai cittadini chi parla e basta e chi, invece, fa i fatti, in mezzo a mille difficoltà.

Secondo– Caro Senatore, ci racconti del mitico Acquario, che lei ha fatto diventare all’improvviso “green” e multimediale per sfuggire alla pressione di altre simili infrastrutture concorrenti in territori legati al M5S. Lo sa che non abbiamo mai trovato traccia dei 50 milioni da lei promessi, né uno straccio di atto amministrativo o di un layout tecnico? Semplicemente, quel contenitore non è mai esistito, se non nei suoi comizi elettorali. Ma non si preoccupi, a mettere su col sudore un vero hotspot culturale, come sempre, ci ha pensato il Comune di Taranto, che ha varato con Governo e Regione la Biennale Italiana del Mediterraneo e l’ha candidata per ben 60 milioni, con tanto di annesso centro di ricerca, ai fondi della transizione giusta europea, che avrebbero un percorso un tantino più certo dei suoi tavoli romani. Sarebbe, allora, così gentile da spiegare ai cittadini il suo vero lascito ai lavori del tavolo del CIS Taranto?

Terzo– Questa è proprio bella caro Senatore, anche più contenuta delle altre domande, diremmo più introspettiva, esistenziale per lei, veda un po’. Che ne è stato dell’autonomia universitaria per Taranto? Una volta ha persino messo in crisi la Giunta comunale, con i soliti opinabili metodi utilizzati dai cosiddetti grandi partiti, per la predisposizione di una fondazione ad hoc. I mal pensanti ipotizzano che la frenata abbia in qualche modo attinenza con la sua professione accademica altrove? Siamo certi non corrisponda al vero. Tuttavia, perché non si unisce all’Amministrazione comunale, invece di denigrare i traguardi della città, mica solo del Sindaco Melucci, nella richiesta al Governo di riprendere il percorso di detta autonomia in fretta? Abbiamo fatto partire il Corso di Medicina e ora lanciamo quello di Farmacia, torni a trovarci e si metta al lavoro con noi, che con le veline di stampa non si cambia il destino dei nostri giovani. Sempre che sia libero da impegni si intende, non vorremmo metterla in imbarazzo.

Quarto– E qui, sui Giochi del Mediterraneo, si ride a crepapelle. Perché non lo rivela ai cittadini chi è il principale soggetto istituzionale che ci ha portati tutti in campana per almeno 2 anni e ci ha fatto tardare l’erogazione dei fondi di Governo per l’avvio dei cantieri, che adesso ci costringe a spingere con delle corse inaudite? Peraltro, in una apposita relazione al CIPE lei richiedeva solo 150 milioni, mentre ne servirebbero esattamente il doppio, caro Senatore. Capisco che all’epoca non volesse mettere in buona luce l’Amministrazione comunale che aveva portato l’importante manifestazione internazionale in riva allo Ionio. Ma dico, ha visto che casino da lì in poi lei ha fatto scatenare? Cambia il Governo, il Presidente Emiliano odia il Ministro Fitto, il Sindaco Melucci lotta coi denti per salvare i Giochi a Taranto ed Emiliano gliela giura, poi le offre come sua forma di vendetta la candidatura a primo cittadino di Taranto. Ma perché la politica ionica deve essere sempre questo schifo? Quando c’è la città di mezzo non si dovrebbe operare tutti insieme, tanto poteva metterlo lo stesso il timbro di questo noioso Conte II sull’iniziativa, chi le avrebbe sollevato eccezioni? La vita è fatta di cose concrete e belle, caro Senatore.

Quinto– Ultimo ma non meno importante. Non sarebbe una prova seria davanti alla città se non si affrontasse il nodo ex Ilva. Se lo ricorda quando in un pomeriggio estivo mi chiama al telefono Giuseppe Conte, il leader del movimento che inserì nel suo programma la chiusura della fabbrica, e mi chiede: “Sindaco, che ne dici se facciamo rientrare i Riva?” E io, povero sciocco “Presidente, ma Mario Turco gliela ha spiegata bene la situazione di Taranto? Mi sembra onestamente una strada impercorribile.” Di lì, Natale in stabilimento, Capodanno in Prefettura, Pasqua non ci ricordiamo dove. Nessun accordo di programma. Per lei, il Sindaco Melucci, quello di ben due ordinanze per il fermo delle fonti inquinanti, è il cattivo e deve chiudere l’ex Ilva. Aspettiamo ancora di capire in forza di quali strumenti di legge. Mentre lei giocava al piccolo stratega, insomma, noi abbiamo preteso dal nuovo Governo il recupero di quell’accordo di programma, un ragionamento laico e fondato sui posti di lavoro, le bonifiche e il SIN, insieme al rilancio del percorso generale verso la decarbonizzazione, peraltro proposto dalla stessa Regione Puglia a suo tempo. E lei che fa? Avrebbe potuto restare in disparte in silenzio, per non aggravare la sua posizione di inguaribile evanescente, invece sbraita: “Melucci ha un patto con la destra, Melucci ha tradito il programma!” Crediamo che lei non lo abbia letto bene quel programma. Almeno su questo, se non può rispondere, ci lasci lavorare in pace per il bene delle persone.

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