“Se c’è un monito da lanciare e rammentare in questo tragico anniversario, 40 anni dopo, è quello della reale solidarietà che ha caratterizzato la gente lucana e quella meridionale, nel momento più difficile della sua storia del dopoguerra.
Una solidarietà reale, forte, sincera, fatta di piccoli gesti ma anche di altruismo e di compattezza istituzionale e geografica, che vorremmo prendere ad esempio in questi nostri difficili giorni di oggi.
Ricordare i morti di allora, significa prendere atto che era mancata la cultura della prevenzione, della tutela del patrimonio, della reale attenzione al patrimonio abitativo e strutturale. Ricordare in questa occasione i morti di oggi, sembra quasi confermare che da quella lezione non abbiamo preso esempio, quasi immaginando che tutto dovesse essere lasciato alla buona sorte. E invece no.
Dobbiamo e possiamo guardare lontano con fiducia, cogliendone i segnali che ci sono arrivati e ricostruire ancora una volta, come bene è stato fatto nel dopo terremoto 80, le mura e le case di un sistema sanitario che vada oltre i limiti imposti dalle risorse e da una legislazione farraginosa, che, come allora, bisognò superare con una corretta azione emergenziale fatta di provvedimenti chiari e in grado di garantire alle singole realtà comunali e locali, punti di riferimento.
Dal sistema della Protezione Civile, che nacque proprio in quella occasione grazie alla lungimiranza del Commissario Zamberletti, a quello delle Autonomie Locali che la Provincia sente di rappresentare e garantire ancor più in questa fase.
Non dimenticare il terremoto del 1980, significa per tutti questi motivi, esaltare quel senso di solidarietà vera da cui ripartire per rinascere”.
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