Alla vigilia dell’incontro in prefettura fissato per domani, 4 aprile, alle 10:30, la Fisascat Cisl Basilicata contesta il comportamento del Cns, aggiudicatario del lotto 1 (pulizia e ausiliariato) del nosocomio potentino. Il sindacato denuncia, in particolare, l’invio da parte dell’azienda lo scorso 29 marzo di telegrammi ai lavoratori con l’invito a sottoscrivere il 4 aprile i contratti di lavoro individuali (data poi posticipata dall’azienda al prossimo 9 aprile); contratti che, nei casi esaminati, “prevedono un taglio del 50 per cento dell’orario pro capite”. Un comportamento che la Fisascat non esita a bollare come “illegittimo in ragione del fatto che non si è ancora conclusa la procedura di cambio d’appalto prevista dall’art. 4 del contratto collettivo nazionale e non è stata ancora comunicata la data del subentro”.
“L’ultima proposta recapitata dal Cns ai sindacati, immediatamente contestata al tavolo dalla Fisascat e poi bocciata anche dai lavoratori nel corso delle ultime assemblee – spiega in memoria scritta la sigla sindacale – prevedeva, in dispregio delle offerte tecniche ed economiche presentate dal consorzio, che ricordiamo essere vincolanti, l’assunzione degli aventi diritto per un monte ore totale annuo pari a 240 mila ore. Le proposte giunte a mezzo telegrammi prevedono un monte ore annuo pari a 205 mila ore, ovvero la proposta di ore nette presentata dal Cns. Precisiamo che, in base all’offerta formulata e vincolante, le ore lorde che il Cns deve contrattualizzare sono minimo 280 mila, che potrebbero elevarsi a oltre 310 mila se si tenesse conto del fatto che il consorzio ha proposto due squadre jolly h24 composte da 4 persone per 365 giorni l’anno”.
La Fisascat sottolinea che “nell’ultima riunione, più volte, a tutela dei lavoratori e a garanzia degli ospiti del nosocomio, si è richiesto un parere ai dirigenti del San Carlo, i quali hanno sottoscritto il contratto con il Cns. L’art. 13 del contratto, infatti, prevede la rescissione contrattuale in caso di mancato rispetto dell’offerta vincolante che, tra l’altro è stata oggetto di una valutazione da parte della stazione unica appaltante della Regione Basilicata in materia di congruità. Vi sono stati notevoli errori nell’espletamento di questa gara che non consentono la salvaguardia di due fondamentali diritti costituzionali: il diritto alla salute e il diritto al lavoro. Abbiamo sottolineato tali mancanze già nel 2015, a fronte della pubblicazione del bando allorquando ci siamo resi conto che gli orari in godimento al personale non erano stati evidenziati negli atti di gara e che gli stessi non prevedevano un minimale di prestazione da garantire. Tale criticità si è palesata alla Regione, all’azienda ospedaliera, alla Prefettura e alla ispettorato territoriale del lavoro in fase di subentro delle nuove ditte aggiudicatarie delle gare ponte”.
“Ricordiamo che precedentemente detto servizio – continua la Fisascat – veniva effettuato da un’unica ditta e che nel 2016, l’ospedale decise di spacchettare i servizi in tre lotti con gare ponte. A giugno 2016 tutti erano in possesso dei dati relativi al personale (nomi, cognomi, livelli, monte ore) e nessuno volle ascoltare le istanze sindacali inserendo detti dati negli allegati affinché gli operatori economici potessero fare la loro migliore offerta. È utile ricordare che si tratta di attività labour intensive, dove il costo del personale supera il 70% e l’aggiudicazione doveva tener conto dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Perché chi doveva valutare la congruità non ha tenuto conto e non ha verificato le tabelle del costo del personale?”.
“Se è vero che le pubbliche amministrazioni parlano per atti, occorre registrare che, ad oggi, sul sito dell’azienda ospedaliera non vi è alcuna delibera in merito alla data di subentro del Cns costringendoci a trattare con le spade di Damocle che pende sui lavoratori e sui degenti. Chiediamo responsabilità e trasparenza. A nostro avviso, l’unica soluzione per porre rimedio agli errori compiuti è prevedere il cambio appalto di tutte le maestranze e il subentro delle società risultanti aggiudicatarie dei lotti in un’unica data. Il San Carlo è stato attenzionato più volte negli anni e riteniamo che sia giunto il momento di fare una diagnosi precisa, prescrivendo la giusta terapia senza ricorrere a cure spot”.
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